giovedì 29 maggio 2008

Cats!


Non amo i musical, non amo i gatti, ma Cats va oltre ogni remora. Bellissimo. Ve lo consiglio, sarà in giro per alcune date italiane : io l'ho visto stasera, ed è stato emozionante ed entusiasmante. Sempe bellissima poi Memory cantata da Elain Paige .
Cats è andato in scena in prima mondiale al New London Theater nel West End di Londra nel 1981: fino al 1996 divenne il musical continuativamente più rappresentato con 6.141 repliche (il suo record di durata in scena è di 8.949 repliche).
A Broadway invece debutto' al Winter Garden Theatre nel 1982 e chiuse il 10 settembre 2000, dopo essere stato rappresentato per 7.485 volte.
Questo record fu battuto il 9 gennaio 2006 da un altro musical di Andrew Lloyd Webber, The Phantom of the Opera, musical che conosco bene, in quanto ho avuto l'onore di vederlo rappresentato dal mio amico Ciccio, sul piccolo palco di in un paese di provincia...non era Broadway, ma pur sempre di Fantasma si trattava! :-)

lunedì 26 maggio 2008

Il Chinotto sfigato...


Adoro il Chinotto! L’avevo rimosso dai miei ricordi d’infanzia per molto tempo, e quando l’ho ordinato, anni fa in un Bar, sono stata presa in giro per ore. Ma perchè fa così ridere? Sarà colpa del nome?
Comunque ultimamente sta tornando di moda, esiste anche un sito .
Bibita analcolica di colore scuro a base di succo del frutto Citrus Myrtifolia, è frizzante, dissetante e fa pure simpatia. Ingiustamente offuscato dalla Coca cola e dalla Fanta: solo queste 2 bibite regnavano sulla tavola imbandita delle mie feste di compleanno. No alla gassosa, no al Chinotto, no alla Sprite, se non raramente…che errori d'infanzia!
Eppoi è un prodotto tipicamente made in Italy: i migliori, cioè i siciliani e liguri, sono esportati in tutto il mondo, e le imitazioni cinesi, brasiliane o coreane non posso competere. La pianta ha l’aspetto di un cespuglio a crescita molto lenta, con fiori profumati. Pare che la bibita sia stata inventata nel 1932 dalla San Pellegrino, ma le contendono il primato la Neri e la Recoaro.
Io spero di poter presto bere cocktail al chinotto, ad es. gin e chinotto, anzi vado subito a farmene uno… :-)
P.s. peraltro il chinotto è una pianta molto ornamentale!

martedì 20 maggio 2008

Roll the dice

Mi piace molto questa canzone, mi porta a riflettere. Farò un viaggio nei prossimi giorni, starò lontana da casa per riflettere, tentare di rinnovare me stessa, o meglio ritrovare la VERA me stessa, e di rimediare alle cose che non funzionano nella mia vita. A presto.

sabato 17 maggio 2008

Di nuovo sulla felicità


In un’osteria veneziana ho letto: “i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria!” Il messaggio è chiaro, la felicità, condizione esistenziale cui ciascuno ambisce, è accessibile a tutti, a prescindere dalla ricchezza, dalla condizione sociale, dalla capacità intellettuale, dalle condizioni di salute.
Non dipende dal piacere, dal benessere fisico, dall’amore, dalla considerazione o dall’ammirazione altrui, ma esclusivamente dalla piena accettazione di sé, che Nietzsche ha sintetizzato nell’aforisma: “Diventa ciò che sei”.
Sembra un’ovvietà, ma non capita quasi mai, poiché siamo soliti misurare la felicità non sulla realizzazione di noi stessi, ma sulla realizzazione dei nostri desideri, che elaboriamo in modo sbagliato. Non accettiamo il nostro corpo, la nostra salute, la nostra età, il nostro lavoro, le nostre storie d’amore, perché ci regoliamo sugli altri, se non sugli stereotipi che pubblicità e Tv ci propongono. Coltivare un desiderio “incompatibile” con i tratti della propria personalità significa non conoscere il proprio sé: nel salto che c’è tra ciò che vorremmo essere e la possibilità che abbiamo di raggiungerlo c’è lo spazio per l’infelicità e la depressione. Questo credo di provare quando sono giù di morale. Non sono magra e bionda come quella 25enne in bikini, non sono brillante come quel collega che sbaraglia i concorrenti, non sono sposata né sistemata come l’amica del cuore. Ma ciò dove porta se non ad un vuoto senso di frustrazione? Quando sai benissimo che anche tu hai qualità e doti da coltivare e di cui essere orgogliosa? Io sono mora e formosa, ho entusiasmo e capacità, e ho tanti amici che mi vogliono bene... Conoscere se stessi, che propugnava il buon Aristotele, significa consapevolezza del proprio limite, ma come momento di felicità, non di depressione.

giovedì 15 maggio 2008

I "Quindici" del nuovo millennio.


Oggi ho trovato un sito troppo fico! Si chiama HowCast e contiene una carrellata di consigli pratici molto elementari, che ti portano passo a passo ad imparare una tecnica, o a risolvere piccole noie quotidiane. Una sorta de "I Quindici" anni '70 in versione YouTube. L'ho trovato per caso, mentre cercavo un modo nuovo di annodare il foulard che è tornato prepotentemente di moda, e ho trovato una gentile signorina inglese che mi ha spiegato con minuzia di particolari e immagini esaustive, come fare un bel nodo. E' stato troppo divertente!
Ci sono consigli su ogni singolo argomento: sul sesso (how to have sex in a car), sulle pulizie di casa (how to clean a toilet) e sull'igiene personale (how to shave your legs). Ma anche consigli utili nelle relazioni con l'altro sesso (how to seduce a cow-girl), o dritte per chi si dedica agli investimenti in Borsa (A Beginner's Guide To Day Trading Online), poi ovviamente video utili in cucina (how to throw pizza dough), e per chi ha poca dimistichezza con la tecnologia (how to fix a wet cell phone), e infine per chi si vuole cimentare in nuovi sport (how to build a fish pond). Step 1, step 2...DIVERTITEVI!

lunedì 12 maggio 2008

I will try to fix you...


E’ la notizia del giorno: Carlo e Camilla si sono separati. Così la bella favola finisce male: dopo essersi cercati come amanti nemmeno tanto clandestini, ed aver coronato il loro sogno d’amore attraverso mille travagli e disgrazie, pare che la vita matrimoniale abbia rovinato l’idillio! Certo la loro età (si sono sposati in età "matura"!) non facilita le cose, ognuno con gli anni acquista maturità e fascino, ma acuisce anche i propri difetti: secondo me chi è burbero a 17 anni lo sarà ancor più a 65.
Il matrimonio è la tomba dell’amore? Io che non ho mai creduto nel “per sempre” penso di sì. Forse perché non sono mai stata innamorata veramente? O è solo paura? In ogni caso questa notizia mi ha fatto riflettere, proprio in concomitanza con la lettura del libro di Volo “Il giorno in più” in cui ho trovato spunti interessanti.
Trovo sia legittima la scelta di dormire in letti separati. Perché sopportare l’uomo che russa? O la donna coi cetrioli sugli occhi e la maschera d’argilla? Ci si può amare, rispettare, e soprattutto non tradire anche se si dorme in letti separati (lo ha confermato anche la legge ). Il che non significa dormire SEMPRE separati, significa solo avere la libertà di non farlo se non ne abbiamo voglia!
Altrettanto vicina al mio modo d’essere è la proposta provocatoria di formalizzare il matrimonio a tempo , rinnovabile dopo tot anni. Il fatto di sapere che da lì a qualche tempo il rapporto necessiterà di una proroga porta ciascuno a impegnarsi di più, a dedicare maggiori attenzioni al partner ed al rapporto. Così fanno i protagonisti del libro, che decidono di fare i fidanzati “seri” per 9 giorni, il tempo della permanenza a New York. Giorni in cui i 2 fanno tutto ciò che sentono con la libertà di non dover essere messi sotto esame, sono loro stessi senza compromessi né coperture. Non devono bluffare per conquistare l’altro, ciò che accade invece normalmente nelle storie d’amore: si finge di essere diversi, si cerca di apparire al meglio possibile, nascondendo difetti e debolezze. Non ci si lascia andare, per paura di esporsi, o di essere soffocante: “Lo/la chiamo e gli/le chiedo di uscire oppure non lo faccio e mi logoro aspettando? Me la tiro e lo/la lascio “macerare” un po’ oppure lo/la corteggio allo sfinimento? Ci vado a letto perché ne ho voglia oppure aspetto ancora un po’ perché sennò poi, avuto ciò che voleva, fuggirà a cercarne un’altra? Lascio lo spazzolino e le ciabatte da lui/lei oppure me ne vado a casa mia al canto del gallo pur di non dormire nel suo letto?
Dubbi che si risolverebbero subito se per quei tot giorni si potesse giocare a carte scoperte. Che illusione!
When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse
And the tears come streaming down your face
When you lose something you can't replace
When you love someone but it goes to waste
could it be worse?
Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you
High up above or down below
when you're too in love to let it go
but If you never try you'll never know
Just what your worth
Lights will guide you home
and ignite your bones
And I will try to fix you
Tears streaming down your face
When you lose something you cannot replace
Tears streaming down your face and I
Tears streaming down your face
I promise you I will learn from my mistakes

giovedì 8 maggio 2008

I "perchè" della vita


Stavo sfogliando la mia preziosa Settimana Enigmistica, tra le varie rubriche "Pilade, agente in borghese" o la classica “Unisci i puntini”, quando mi sono imbattuta nel titolo: “Pubblichiamo i vostri perché”.
Il primo stupido perché che in quell’istante mi è venuto in mente è banalmente questo: PERCHE’ MI VENGONO LE VESCICHE AI PIEDI??? E’ per me abituale come le rondini a Primavera (anche se devo dire ultimamente nemmeno loro si orientano più, visti i cambiamenti climatici) e come il cadere delle foglie in Autunno.
Lo sanno tutti che passare dagli stivali ai mocassini, e dai sandali alle scarpe può essere traumatico per i nostri piedi, ma a me succede anche se passo dal sandalo all’infradito! Così nei momenti meno opportuni tiro fuori i cerotti (che siano apposta per vesciche o meno è irrilevante) e cerco di salvare il salvabile…cioé di camminare!
Ieri ad esempio la colpa è stata chiaramente delle calze. Un collant stupendo, rosa cenere tutto intarsiato (quasi una rete), che però ha sfregato talmente tanto le mie povere dita nelle scarpe tacco 12, che ancora il mio quarto dito grida vendetta. Oggi dunque, per evitare altre fastidiose bolle, ho optato per degli “innocui” mocassini, semi-nuovi, ma di marca, quindi presumibilmente comodi. Ebbene, dopo una camminata di soli 35 minuti, vesciche sul tallone, evvai! Ora potete chiamarmi Piedi dolci…
Per non tediarvi oltre descrivendo le escrescenze sui miei piedi, che penso poco interessino i già sparuti lettori di questo blog, torno alla rubrica di cui parlavo sopra, e vi confesso che manderò anch’io la mia domanda: vi siete mai chiesti perché ci sono gli specchi negli ascensori? :-)

martedì 6 maggio 2008

The Darjeeling limited


Di nuovo cinema, scusate la ripetitività, ma voglio cosigliarvi un altro film che mi ha particolarmente colpito. E stavolta non per l'avvenenza dell'attore, ma semplicemente mi sono fidata dell'istinto, visto che nessuno dei miei amici l'aveva ancora visto: de Il Treno per Darjeeling mi ha colpito subito la locandina vista su un giornale, e ho così deciso di andarlo a vedere.
Tre uomini in fuga da un passato complicato e confuso, tre fratelli alle prese con un presente irrisolto ed in cerca di un futuro più sereno da affrontare.
Un viaggio in un'India colorata, autentica, drammatica a volte, e surreale al tempo stesso, si trasforma nell'ennesimo confronto familiare all'interno del cinema di Wes Anderson: tre fratelli immaturi, aristocratici e dispettosi si ritrovano a distanza di tempo a fare i conti col presente, cercando di guardarsi dentro e provando a confrontarsi con la figura dei genitori.
La comicità del regista (lo stesso de I Tenenbaum) ha sempre un secondo livello che, andando oltre le espressioni inebetite dei suoi personaggi e superando i dialoghi spesso oltre la normalità, coglie una nevrosi così americana...ma non solo.
I tic, le manie, le paure grandi e piccole sono parte integrante dei suoi personaggi, sempre alle prese con qualcosa più grande di loro che non riescono ad affrontare con compiutezza, mai capaci di reazioni che non siano originali e fuori dalla norma, questi sembrano attraversare la vita con l’ingenuità di un bambino.
Durante questo viaggio, a bordo del treno “Darjeeling Limited”, i tre fratelli tenteranno di ricucire un difficile rapporto da tempo in crisi, ma non ci sono drammi esistenziali esibiti, anche nei momenti più drammatici lo stile si mantiene sul non detto e l’accennato.
I fratelli Whitman concludono il loro viaggio così come è iniziato, aprendosi però all'imprevedibilità della vita liberi del simbolico fardello del set di valigie con le palme, e ancora una volta a bordo di un treno in corsa. Un treno che può perdersi pur viaggiando su dei binari.
P.s. Peraltro colonna sonora da avere subito! :-)

domenica 4 maggio 2008

Iron Man


Ieri sera ho visto un bel fumettone, costato quasi 200 milioni dollari, e autofinanziato dalla Marvel: Iron Man. Un film ben fatto e divertente, pieno di azioni spettacolari, ma soprattutto con quel pezzo d'uomo di Robert Downey Jr. che non è solo bello e dannato, ma anche un bravissimo attore.
Cito: "Robert Downey Jr. torna a recitare con sfondi agitati, indossando un'armatura, sviluppando una doppia identità e combattendo il supervillain di Jeff Bridges. Soltanto la sua performance glamour (e in carne ed ossa) poteva trovare l'equivalente plastico-dinamico del personaggio disegnato su carta, restituendone l'aura ed eliminando la seccatura del ridicolo, che si ripresenta a ogni traduzione del fumetto al cinema.
Mi è sempre piaciuto, in "Zodiac" o "Good night, good luck" ma anche nel video di Elton John I want love . Per me è un degli uomini più sexy in assoluto! Guardate il video e poi dite se ho ragione.

giovedì 1 maggio 2008

Friendship never goes out of style


Sex and the city è più di un telefilm, è una filosofia di vita. Sex and the city è gli amori, le lacrime, le risate, l’amicizia incondizionata, i cocktail, lo shopping, la carriera, i party, il glamour, i caffè, le strade di New York. Sei stagioni del serial con 11 milioni di spettatori, soprattutto donne, ma anche ometti, che ora al cinema, precisamente dal 30 maggio, potranno scoprire se Carrie riuscirà (e vorrà) finalmente sposare Mr. Big.
I numeri del serial? 8 Golden globe, 7 Emmy awards, 5 dollari costa il tutù indossato nella sigla, e 79.000 dollari è valutato il vestito di Versace dell’ultimo espisodio. Infine 12 sono i VIP che hanno partecipato nei vari epidosi: Bon Jovi, Alanis Morissette, Heidi Klum, Stefano Gabbana…
Io ovviamente ho tutta la serie in DVD, lo guardo a scadenze fisse, quando sono depressa mi tira su di morale, quando sono felice me lo godo come un buon cioccolatino. Davanti alle 94 puntante sulle 4 ragazze (ormai donne direi, vista l’età) ci si commuove e ci si diverte: ma ciò che mi ha colpito da subito è il legame che c’è tra queste amiche, che si vedono almeno una volta a settimana, per la colazione, si confidano tutto, e tentano di divertirsi alle mega feste newyorkesi. Se la festa è un fiasco se la ridono tra di loro.
Si sostengono a vicenda, e anche quando si fidanzano/sposano/fanno figli, non si perdono di vista.
Ciò che non accade nel mondo reale, o per lo meno nel mio: le amiche che si “sistemano” spariscono nel nulla, si isolano come se avessero la peste, tranne poche eccezioni. Capisco che la vita matrimoniale comporti doveri ed incombenze, e che il tempo è tiranno, capisco che un bebè assorbe energie e richiede attenzioni costanti, ma il tempo per una pizza o un aperitivo con un’amica dovrebbe essere un MUST. Perché le amiche sono sempre lì, anche quando il moroso/marito è assente, o peggio scappa con un’altra. Perché un’amica è la prima ad aiutarti se hai bisogno di sostegno morale, e ti fa restare coi piedi per terra se serve.
Ma per tornare al film, che per me sarà un evento, siccome mi piacerebbe andarlo a vedere con le mie amiche più care, faccio una proposta: io preparo il pop-corn (che ingrassa di meno - ma chissà perchè quello venduto al cinema è più buono) e ci metteremo d'accordo per andare, in gruppo come fanno le donne l'8 marzo, a goderci lo spettacolo!