mercoledì 15 luglio 2009

Guerra fra donne


Non fatemi dire le solite cose scontate, e cioè che noi donne dobbiamo depilarci, soffrire ogni 28 giorni, subire gli sbalzi ormonali e partorire con dolore, ma a queste cose fa da contraltare quel poco di galanteria, che induce ancora oggi gli uomini, alcuni per lo meno, ad essere gentili con noi.
Ebbene, tanto riusciamo con un sorriso ad ammorbidire un uomo, sia esso addetto allo sportello di un ufficio pubblico, sia esso Vigile urbano, quanto nel rapporto con il nostro stesso sesso si possono creare guerre psicologiche e non solo da far impallidire Rocky Balboa.
Ieri ne ho avuto la controprova. Non mi era mai capitato di litigare con un'automobilista, donna. Di solito, come ben sapete e come ho già avuto di esporre la mia opinione, le donne al volante sono timorose, prudenti allo spasimo, se non del tutto impedite, e come spesso accade l'incontro con loro si traduce in un sorpasso, in un dito alzato o in un colpo di clacson. Ieri ferma ad uno stop con piena visuale e corsia di immissione, c'era la Punto di una pulzella, dolce proprio no...se ne stava lì da un tempo sufficientemente lungo da indurmi ad affiancarla (vi era lo spazio) e con scatto felino partire prima ancora che lei si decidesse a farlo. Ebbene, ciò deve averle dato talmente tanto fastidio che mi ha suonato, e non contenta mi ha seguito per suonarmi di nuovo al successivo semaforo. Io ovviamente, fiera della mia mossa poco ortodossa ma necessaria, l'ho ignorata. Quando ha avuto modo di affiancarmi a destra, finestrini aperti per il caldo, mi ha guardato con odio, e da lì son volate parole grosse..."Ancora? Ma cosa vuoi?" ed altre espressioni che per creanza non riporto, ma che di solito si dicono alle donne di facili costumi...
Non le ho dato nessun fastidio, né il mio comportamento poteva in alcun modo essere considerato pericoloso...ma evidentemente le è saltata la cd mosca al naso...povera piccola giovane automobilista impedita...
Se avesssimo potuto scendere penso ci saremmo tirare i capelli.

domenica 5 luglio 2009

Guardami negli occhi

Da piccola i miei si sono scatenati, e casa mia pareva la casa di Woobinda : un gatto, un pappagallo, una tartaruga da terra, un fagiano, 2 pesci rossi,diverse papere, un'oca e qualche scoiattolo sugli alberi. Ho una foto che ritrae me in carrozzina a pochi mesi con Nerone, gatto nero dal pelo raso e gli occhi gialli, che sta comodamente adagiato con me. Un'altra mamma inorridirebbe al pensiero ma posso assicurare che sono sempre stata sana come un pesce. E comunque la cd. pet therapy è ormai universalmente riconosciuta come vera e propria "medicina" per chiunque: ecco un sito che spiega alcune cose interessanti . Charlie se sono triste è triste con me, se piango mi lecca le lacrime, se rido gioisce con me, e si fida di me ciecamente...ecco allora che il sempre attuale tema dell'abbandono torna a struggere i cuori di quanti amano gli animaali. Panariello, come ha già fatto con "Non ti lascerò mai solo", si ripropone in veste di scrittore con il libro che vedete qui accanto, "Guardami negli occhi", nell'intento di sensibilizzare sul tema. Sensibilizzare poi è verbo che secondo me non ha proprio senso: sono persone insensibili, che solo una pena certa e rigorosa forse potrebbe fermare!
Ora cerco di farvi sorridere con questo brano tratto dall'esilarante film Zohan: la cui scena del palleggio col gatto, che scandalizzerà gli amici gattofili, io la trovo fantastica!