sabato 29 agosto 2009

La compagnia delle Indie (?)


Vivere in barca 24 ore su 24 non è stato facile...posso dire che, per la mia esperienza, diventa sempre più facile man mano che passano i giorni, fino però all'esasperazione quando le altre 9 teste pensanti a bordo non iniziano a rompere le palle. Per i primi 3 giorni infatti esiste un certo rispetto reciproco che porta ognuno a comportarsi a modo, con gentilezza e senza calpestare i diritti altrui...dopo il terzo giorno ognuno si vuole fare i cavoli propri, e comunque non intende più scendere a compromessi: e lì è il caos. Se manca un leader, che dovrebbe a mio parere lo skipper, la ciurma va a remengo.
I primi 3 giorni in barca sono stati i più belli, ci si scopriva a vicenda, si facevano domande neutre, della serie "Tu cosa fai nella vita?" o "Sei sposato, hai figli?", e ognuno si adattava a ciò che faceva la massa. Superato il giro di boa del terzo giorno, le confidenze diventano più intime, e si comincia a chiedere "Com'era fare sesso col tuo ex?" o "Quale partito politico hai votato alle ultime elezioni?".
Inoltre ognuno si sente libero di fare ciò che meglio gli aggrada, quindi alcuni PRETENDEVANO di scendere a ogni porto per fare colazione con cappuccino e briosche, oppure di fare ogni sera la doccia calda col sapone. Ovviamente si sono così creati 2 gruppi ben distinti, quelli del cappuccino che profumavano, e quelli delle fette biscottate a bordo coi capelli stopposi e non certo adoranti di mughetto. Io facevo parte di questo secondo gruppo: sì, la snob, quella che cambiava orecchini ogni giorno per averli in tinta col costume, ebbene desiderava stare sempre a bordo, e si accontentava di una doccia fredda con la sola acqua di cisterna. Io sapevo a cosa andavo incontro, e ho pagato per stare in barca, e andare a vela. Il cappuccino me lo bevo quando torno alla noiosa vita cittadina...
Mi sono adattata a fare tutto: i bisogni in un bagno di 1/2 mq, con la tazza (anzi la tazzina, vista la sua ampiezza) che ballava insieme alle onde, e lo scarico a pompa; mangiare in 10 su un tavolo da 6, su piatti di plastica e bicchieri col nome che dopo 2 giorni erano inguardabili, camminare su un ponte pieno di verricelli e cordoli che puntualmente tranciavano i piedi, prendere il sole sdraiata su pannelli solari che diventavano roventi, dormire in un letto durissimo largo 50 cm e lungo 170, con la finestra sopra la testa, che al mattino il sole mi accecava...Però è stato stupendo guardare da quell'oblò il cielo stellato della notte, e sentire su quel letto duro l'ondeggiare del mare, e mangiare pesce spada appena pescato sui piatti di plastica, e brindare con 9 persone tutti appiccati allo stesso tavolino, e preparare la colazione sotto coperta per poi portarla sopra pezzo per pezzo attraverso una scaletta ripida e scivolosa, che ogni volta pensavo di cadere e farmi male...e il mare, la costa, i pesci, il sale sulla pelle scura, le vele tese al vento, i comandi dello skipper, e noi tutti a fargli da eco.
Sono successi dei bei casini in questa vacanza, qualche litigio penso sia fisiologico, ma posso dire di essere stata fortunata perchè assegnata ad un equipaggio composto da persone sole tra i 35 e i 55 anni, ma non solo: anche che amavano mangiare e bere! Il che non è un dato trascurabile...quindi, se la mia recondita speranza era quella di perdere qualche etto durante questa vacanza, anche questa volta dovrò rassegnarmi ;-)

1 commento:

Andrea Messersì ha detto...

Bravissima !!

promossa a pieni voti !

;-)