venerdì 18 aprile 2008

Piange il telefono?


La mia età, l’avrete capito, è più vicina ai 40 che ai 15 anni, per cui con la tecnologia ho un rapporto “abbastanza” felice, ma non proprio idilliaco. So installare/disinstallare un programma sul pc, so collegare DVD al televisore, so usare a occhi chiusi il T9. Ma la mia formazione sentimentale-adolescenziale si è sviluppata più che attorno ad un ultra-piatto cellulare metallizzato davanti ad un telefono a ruota di bachelite beige.
Vi ricordate quando i cellulari non esistevano? Bisognava usare le cabine telefoniche, che spesso puzzavano di pipì. Quando i cellulari non esistevano a scuola bisognava andare dalla bidella, e usare il telefono della segreteria. Quando i cellulari non esistevano, se perdevi l’autobus non potevi avvisare a casa che tardavi. Quando i cellulari non esistevano dovevi dare appuntamento ai tuoi amici chiamandoli uno ad uno, e fissando posto e ora. Da lì nasceva l’abitudine, purtroppo persa, di trovarsi “nel solito posto” senza necessità di chiamarsi, ma solo per per usanza. Quando volevi trovare qualcuno, sapevi già dove andare. Oggi anche se hai fissato un appuntamento, sai che non verrà rispettato, perché “tanto ci sentiamo al cellulare”.
Quando i cellulari non esistevano la rubrica cartacea era smilza, il numero di casa e al massimo quello dell’ufficio. Ora casa/ufficio/numero privato/numero lavoro/numero con tariffe vantaggiose/numero per l’amante/numero per la suocera…E schede con tariffe per tutti, solo notte, solo giorno, solo Tim, solo nati sotto il segno dei Gemelli…spesso per dirsi “Sto arrivando: butta la pasta”
Quando i cellulari non esistevano il biondino della 3ªB te lo dovevi andare in giro a cercare,con appostamenti e improvvisate. Ricordo mi piaceva un ragazzo che abitava a 100 mt da casa mia, e prendeva quindi lo stesso autobus che prendevo io, il 3. Però a quell’ora, essendo ora di uscita da scuola, c’era anche il BIS, che passava subito dopo. Allora io mi dovevo sforzare di vedere se lui era su uno o sull’altro per prenderlo insieme. Oppure lo aspettavo “al varco” vicino a casa, sapendo più o meno a che ora faceva quel tragitto. Se poi volevi fare il primo passo, dovevi cercare il numero sull’elenco telefonico, risalendo come una spia russa al nome del padre, sperando che l’intestataria non fosse la madre! E spesso quel numero era occupato: si stava ore a confrontare i compiti, o a chiacchierare del nulla.
La donna moderna non ha più voglia né tempo di aspettare: se un uomo ti piace e hai il suo numero (e in qualche modo lo trovi..) gli mandi con leggerezza un sms con faccine sorridenti anche se non hai proprio voglia di ridere. Se inizia un “botta e risposta” vivace e malizioso, sei a buon punto, vuol dire che pensa valga la pena di perdere un po’ di tempo (e di credito) con te. Che poi lo faccia solo per portarti a letto, è ovvio. Chi ha intenzioni più serie ti chiama!

1 commento:

Anonimo ha detto...

E quanto era bello, con il telefono a ruota arrivare all'ultimo numero e sbagliare!!!
E per fortuna che all'epoca nelle province non era obbligatorio il prefisso.. Qualche genio avrà ben pensato ALMENO di aspettare l'introduzione dei telefoni a tasti!! :-)
E pensare che il telefono grigio l'ho tenuto fino ai 15 anni quando la mia mitica nonnina mi disse di andare alla Telecom (allora in centro del capoluogo di provincia) a cambiarlo. E' arrivato un SIRIO 2000 VERDE ed ora abbiamo un Videofono (non fonino!) ARGENTO che, quasi quasi, quello a ruota era meglio!
Ma cosa vogliamo farci?!
La tecnologia migliora anche se suggerisco a Telecom & Co. di migliorare con i loro prodotti: non si può aspettare Q-U-A-T-T-R-O mesi per l'installazione di un ADSL.. e meno male che ci guadagnano: pensa quando lo disinstalli! 1 anno per recedere dal contratto?!?!

Ma il biondino del bus 3, adesso che fine ha fatto?!
Ce l'hai ALMENO il suo numero di cellulare?!

Brit.