martedì 1 aprile 2008
Giochi cinesi "taroccati"
Di grande attualità, vista la gravità della situazione politica e soprattutto sociale del Tibet, è il tema toccato dall'amico Steve : quello del cosiddetto "boicottaggio" delle Olimpiadi cinesi, che inizieranno in pompa magna alle ore 08.08 dell'8 agosto 2008.
Non so dire se sia giusto o meno farlo, non sono in grado di valutare effetti e ripercussioni di una tale decisione, nè sono sicura che il "non esserci" possa essere utile. Ma ritengo che, anche se con ogni probabilità non sarà possibile proseguire su questa strada, per gli interessi economici/politici che vi ruotano attorno, discuterne, provocare, denunciare, possa in qualche modo essere importante.
Ho letto che nel 1980 avvenne una cosa "simile", quando a Mosca non furono protagonisti dei Giochi gli atleti di 65 diversi Paesi, tra cui gli USA, il Canada, la Norvegia, la Cina (!), ed altri: fu deciso il boicottaggio per protesta contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan. L'Italia anche in tal caso adottò una soluzione ipocrita, limitandosi a non inviare gli atleti che facevano parte dei gruppi sportivi delle forze armate, e sfilò usando la bandiera del CONI in sostituzione di quella nazionale.
Oggi la Cina vuol dimostrare di essere un Paese libero e democratico, ma tutti sanno che non è così, e si nascondono dietro un dito, per paura o interesse. Che schifo.
Termino solo con una frase del grande Giordano Bruno Guerri :
La vita civile non è e non può essere a compartimenti stagni, da una parte la politica, dall’altra l’economia, dall’altra ancora lo sport, visto come terreno neutro. L’unico modo che l’Occidente ha di vincere le prossime Olimpiadi è di non prendervi parte. Non accadrà, e sarà un’occasione perduta.
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