sabato 17 maggio 2008

Di nuovo sulla felicità


In un’osteria veneziana ho letto: “i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria!” Il messaggio è chiaro, la felicità, condizione esistenziale cui ciascuno ambisce, è accessibile a tutti, a prescindere dalla ricchezza, dalla condizione sociale, dalla capacità intellettuale, dalle condizioni di salute.
Non dipende dal piacere, dal benessere fisico, dall’amore, dalla considerazione o dall’ammirazione altrui, ma esclusivamente dalla piena accettazione di sé, che Nietzsche ha sintetizzato nell’aforisma: “Diventa ciò che sei”.
Sembra un’ovvietà, ma non capita quasi mai, poiché siamo soliti misurare la felicità non sulla realizzazione di noi stessi, ma sulla realizzazione dei nostri desideri, che elaboriamo in modo sbagliato. Non accettiamo il nostro corpo, la nostra salute, la nostra età, il nostro lavoro, le nostre storie d’amore, perché ci regoliamo sugli altri, se non sugli stereotipi che pubblicità e Tv ci propongono. Coltivare un desiderio “incompatibile” con i tratti della propria personalità significa non conoscere il proprio sé: nel salto che c’è tra ciò che vorremmo essere e la possibilità che abbiamo di raggiungerlo c’è lo spazio per l’infelicità e la depressione. Questo credo di provare quando sono giù di morale. Non sono magra e bionda come quella 25enne in bikini, non sono brillante come quel collega che sbaraglia i concorrenti, non sono sposata né sistemata come l’amica del cuore. Ma ciò dove porta se non ad un vuoto senso di frustrazione? Quando sai benissimo che anche tu hai qualità e doti da coltivare e di cui essere orgogliosa? Io sono mora e formosa, ho entusiasmo e capacità, e ho tanti amici che mi vogliono bene... Conoscere se stessi, che propugnava il buon Aristotele, significa consapevolezza del proprio limite, ma come momento di felicità, non di depressione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un satellitare con la destinazione "felicità" già impostata, è possibile averlo?!

GRAZIE!

C.

Anonimo ha detto...

Basta volerlo!

Solo quando tu vorrai che le cose cambino, tu cambierai le cose.

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Buddy filosofo