domenica 17 gennaio 2010

Caffè, tè...me?

Premettendo che non amo il caffè, posso dire di berne di solito uno o due al giorno e sempre e solo al bar.
In particolare bevo il caffè all'americana, che forse perchè diluito mi sembra più buono.
Così, quando sono al bar ed ho qualche minuto in più (essendo "lungo" richiede comunque tempi "da signora" perchè va sorseggiato, e spesso l'acqua è bollente), ordino un caffè americano, in tazza grande e con acqua a parte, possibilmente non caldissima (per i motivi sopra esposti).
Lo specifico perchè ogni tanto i baristi hanno l'azzardo di presentarmi una brodaglia allungata: io invece voglio dosare personalmente la quantità d'acqua, è un mio diritto! :)
Eh sì, sono proprio come Sally nel famoso film, che quando deve ordinare in quel famoso caffè della scena più celebre si fa subito riconoscere come una persona molto esigente (anzi, ad "alto mantenimento" come la definisce Harry).
Ebbene, vengo all'argomento perchè ieri alla Stazione ferroviaria, il posto forse più proletario e democratico, dove passano migliaia di persone al giorno, di tutti i ceti e di tutte le razze, dove i senza tetto passano i pomeriggi freddi distesi sulle panchine, un caffè americano, che normalmente costa quanto un caffè normale, è stato pagato 1,20€!
Ovviamente l'ho fatto presente alla cassa, ma le mie parole sono rimaste senza riscontro...d'altronde non posso pretendere che un cassiere discuta le politiche aziendali di un colosso come quello cui appartiene la catena di ristorazione a cui mi sono necessariamente rivolta, visto che è l'unico bar presente in stazione!
Non solo: nonostante la mia richiesta di acqua a parte, mi ha presentato una tazza piena di brodaglia al sapore di caffè (quindi già allungato) e un bricco con dell'acqua calda...ma secondo lui dove avrei dovuto metterla visto che il caffè era già all'orlo?

P.s. Avrete sicuramente riconosciuto a frase del titolo, tratta dal film "Una donna in carriera" (correva l'anno 1988) e rimasta nella storia ;)

Nessun commento: