mercoledì 5 novembre 2008

Vicini terroni


Vi avevo già raccontato del mio vicino di casa, o meglio del tipo che, piuttosto piacente, si metteva in mostra in mutande nel palazzo di fronte casa mia.
Questo avveniva sul retro, dove c'è una corte piuttosto ampia.
Ora, sul davanti, sono arrivati dei nuovi inquilini nell'appartamento proprio di fronte al mio, al 2° piano. Non posso non vederli, sono a pochi metri dal mio balcone.
E si capisce subito che sono terroni: scusate l'espressione, non intende essere dispregiativa (anch'io lo sono per metà!), ma è l'unica che mi permette di "rendere l'idea".
La famiglia numerosa arrivata qui di fronte innanzitutto è caciarona: la si sente dal palazzo di fronte. Non c'è da discuterne: si sa, il terrone ha un tono di voce più alto del leghista, anche il più incazzato. Non riescono a parlare sottovoce, fa parte del loro DNA.
Questi poi non hanno il senso della riservatezza, visto che se ne stanno tranquilli dietro le vetrate ampie del salotto senza tende, di sera, con le luci accese. Vedo tutto, hanno un cane, lei si veste maluccio, spesso in tuta, lui ha la pancia, non si lamenta quasi mai, sarà sui 35 anni, il suocero invece credo sia defunto, e la mamma di lei ha i baffi.
Sono almeno in 7, quando qui attorno la famiglia più numerosa è composta da 3 elementi, se non uno solo.
Mettono la spazzatura sul balcone, e lì la lasciano per giorni! Saranno napoletani? Che poi ne producono in gran quantità: essendo in tanti almeno un sacco condominiale al giorno.
Guardano sempre la tv, o per lo meno la tengono accesa anche se nessuno la guarda. E' una cosa che non ho mai capito, e perciò mal la digerisco: cosa serve tenere acceso il televisore se non si segue ciò che scorre? Solo per avere un sottofondo che blatera? Mah.
Infine si baciano spessissimo! Lei esce per portare il cane a far pipì e bacia la mamma, rientra e la bacia di nuovo!
Ne ha parlato anche Teresa Mannino in una delle ultime puntate di Zelig, in cui descrive l'usanza tipicamente siciliana di andare TUTTI all'aeroporto a prendere i parenti. Io lo posso testimoniare: è proprio così!
Quando uscivo dal gate a Punta Raisi c'era una marea di gente che aspettava qualcuno, tutti protesi verso le porte scorrevoli, e poi un esplodere di baci e abbracci.
Al Marco Polo di Venezia al massimo un tizio con la grisaglia grigia con in mano un cartello: SIG. PEROTTI.

3 commenti:

Mestolo e Paiolo ha detto...

Con questo post hai praticamente scattato una foto dell'appartamento di fronte. Mitica!
Ciao

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

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