Dati statistici dicono che le donne non sanno mantenene un segreto. Tre donne su quattro entro 48 ore, se non di meno, sono vinte dall'istinto irrefrenabile di condividere con altri, sia pure il portinaio del condominio o il vicino sull'autobus, quanto di riservato è stato loro rivelato.
Ma pensa te, non l'avrei mai detto! Hanno scoperto l'acqua calda direi...
I temi su cui si "spiffera" di più sono, ovviamente, le 3 esse: soldi, sesso e shopping. Meglio dunque non dire a nessuno quanto si guadagna, quanto e soprattutto con chi si fa l'amore, e dov'è stata acquistata quella bellissima borsa che sembra una Dior, ma è un bel clone pagato 65 euro.
Condivido - ovviamente - il risultato della ricerca: non solo è innato nella donna il bisogno di confidare una qualsiasi cosa a terzi, sia pure di che colore sono le mutande del vicino di casa stese ad asciugare, ma è altrettanto vero che la donna è Vipera per antonomasia, inutile negarlo. Sa essere cattiva/acida come nessuno, specialmente nei confronti di chi appartiene al suo stesso sesso, anche se viene definita "un'amica". Ed ecco che rivelare a terzi dettagli pruriginosi di una collega antipatica diventa un piacere quasi morboso. In questo caso possiamo usare il verbo spettegolare. Ma può capitare appunto, proprio per quell'istinto irrefrenabile di cui sopra, molto simile a quello che ci porta verso quell'antina in cucina in cui giace indifesa una tavoletta di cioccolata alle nocciole, che si rivelino i segreti più segreti: sapere che l'amica del cuore in un momento di sconforto ha rubato un rossetto alla fragola alla Upim, sospettare e poi averne conferma che nell'affiatata coppia di amici Lui tradisce Lei, ma anche Lei tradirebbe volentieri Lui, venire a sapere con orrore che il coniglietto nano del vicino non è morto di vecchiaia ma avvelenato non si sa da chi...come non rivelare queste chicche a terzi? O si è dotati di un diario personale, che al giorno d'oggi si chiama Blog, in cui in via del tutto anonima si può dar sfogo alle proprie voglie e raccontare tutto, ma proprio tutto quanto di celato ci viene messo all'orecchio, oppure si rischia di scoppiare: a qualcuno lo si deve pur dire! Sennò, che segreto sarebbe? :-)
lunedì 1 novembre 2010
giovedì 14 ottobre 2010
Ah, le donne...
Ho incontrato stamane un'amica che non vedevo da lungo tempo, la quale esordisce con un misero, banale ma inequivocabile "Come passa il tempo..." ARHG, la mia mente ha iniaziato ad inanellare tutti i luoghi comuni più comuni, dal "Non esistono più le mezze stagioni", al "Si stava meglio quando si stava peggio", al più ricercato "Venezia è bella ma non ci vivrei mai".
Ma quali sono i luoghi comuni sulle donne? Quelli che poche donne ammettono, ma che sanno benissimo di rispecchiare.
1) Le donne amano poco il sesso e odiano parecchio il calcio. Falso...almeno ciò non vale per tutte: conosco novelle Platini e ninfomani, ma purtroppo ancora non mi è capitato di incontrare una ninfomane che gioca a calcio. Comunque una cosa è certa: tutte vorrebbere avere il pene. Se non altro per fare pipì in piedi.
2) Le donne, a volte, hanno voglia di litigare. Vero. In particolar modo (ovvio) nella fase premestruale, in cui gli ormoni si fanno beffa di loro e giocano a flipper con i loro nervi.
3) Le donne sono totalmente succubi della sindrome premestruale e mestruale: il che rimanda dritti dritti al punto 2.
4) La maggioranza delle donne non sa guidare. Vero. E su questo, come sapete, ho già disquisito in passato più volte. Provate a dirlo ad una donna e osservate la reazione: se risponde "E' vero" generalemente sa guidare bene e/o non ha problemi di autostima. Se è una di quelle che non sanno guidare (e lo sa!) invece si inalbererà, innervosita ripartirà a strattoni e probabilmente farà spegnere il motore al primo cambio marcia.
5) Tutte le donne hanno finto più di un orgasmo. Vero. Eh sì, spiace (ma anche no) ammetterlo ma è così. E il bello è che l'uomo non se ne accorgere mai. Ecco il motivo per cui Dio ha fatto la donna in modo che non si vedesse!
5) Le scarpe hanno per le donne quasi lo stesso potere di attrazione che il culo esercita sugli uomini. Vero. Carrie come sempre docet.
6) Le donne sono generalmente inclini a dare giudizi immediati (e spesso negativi) di una persona appena conosciuta. Vero. Se poi questa persona è un'altra donna, viene etichettata con un numero di giudizi negativi e maligni che va da 1 a 6...e almeno la metà di essi è azzeccata.
7) Una donna lascerà squillare il telefono, bruciare la cena e permettere al cane fare a pezzi qualsiasi cosa pur di non interferire con il processo di asciugatura dello smalto per le unghie. Vero. Solo una donna può capire quanto questo processo influisca sul suo buonumore.
lunedì 5 luglio 2010
Stimoli
Ebbene sì, sono una rompiballe, me lo dicono sempre. E ne vado fiera: non intendo infatti far calpestare i miei diritti, almeno quando possibile, e quando so di aver piena ragione.
Sarà che il mio mestiere mi porta a diffidare di tutti e a cercare in ogni modo di far emergere la ragione, anche quando questa non c'è, è un fatto che quando acquisto qualcosa ed è difettoso, quando in qualche modo tentano di fregarmi, reagisco e mi faccio sentire.
L'anno scorso comprai un paio di sandali veramente economici, costavano solo 25 euro, e ne ho spese altre 5 per rifare il tacco. Ebbene, dopo 2 giorni uno dei due si è rotto in un punto impossibile da riparare. Tutti mi suggerivano di buttarli via, ormai c'era poco da fare, io invece li ho portati al negoziante, per lo meno affinché sapesse cos'era successo, e lui? Ha aperto la cassa e mi ridato 25 euro.
Altro episodio: ho acquistato in un'altra città un vestito della Seventy a ben 190 euro, scontato a 185. Dopo qualche giorno lo vedo in vetrina qui a 170! E non sia mai che io non mi faccia sentire! Mando una raccomandata alla ditta ed al negozio, in tutta risposta mi mandano un assegno con la differenza!
Insomma, questi due episodi tra molti, solo per dire che mi piace mettere i puntini sulle i...come si usa dire.
Sarà per questo che gli uomini, dopo avermi conosciuto, fuggono via? ;-)
E' proprio vero che vogliono accanto una ragazza tranquilla, che non dia noia, che non rompa le scatole e non faccia troppe storie?
Io mi autodefinisco "stimolante", e cerco altrettanto in chi mi circonda. Parlo anche delle amicizie: ho bisogno di persone di forte carattere vicino, che abbiano idee folli magari, ma sempre meglio che la noia.
Sì, la noia è una delle cose che temo di più, e spero di non diventare mai noiosa.
Bisogna saper cogliere gli stimoli esterni, goderne, e rielabolarli, frequentare persone stimolanti, dalle ideeinnovative, che hanno fatto esperienze diverse dalle nostre, in modo da poterne trarre un arricchimento.
Se al contrario un avvocato sposa un avvocato, o un medico un medico, sai che noia!
Sarà che il mio mestiere mi porta a diffidare di tutti e a cercare in ogni modo di far emergere la ragione, anche quando questa non c'è, è un fatto che quando acquisto qualcosa ed è difettoso, quando in qualche modo tentano di fregarmi, reagisco e mi faccio sentire.
L'anno scorso comprai un paio di sandali veramente economici, costavano solo 25 euro, e ne ho spese altre 5 per rifare il tacco. Ebbene, dopo 2 giorni uno dei due si è rotto in un punto impossibile da riparare. Tutti mi suggerivano di buttarli via, ormai c'era poco da fare, io invece li ho portati al negoziante, per lo meno affinché sapesse cos'era successo, e lui? Ha aperto la cassa e mi ridato 25 euro.
Altro episodio: ho acquistato in un'altra città un vestito della Seventy a ben 190 euro, scontato a 185. Dopo qualche giorno lo vedo in vetrina qui a 170! E non sia mai che io non mi faccia sentire! Mando una raccomandata alla ditta ed al negozio, in tutta risposta mi mandano un assegno con la differenza!
Insomma, questi due episodi tra molti, solo per dire che mi piace mettere i puntini sulle i...come si usa dire.
Sarà per questo che gli uomini, dopo avermi conosciuto, fuggono via? ;-)
E' proprio vero che vogliono accanto una ragazza tranquilla, che non dia noia, che non rompa le scatole e non faccia troppe storie?
Io mi autodefinisco "stimolante", e cerco altrettanto in chi mi circonda. Parlo anche delle amicizie: ho bisogno di persone di forte carattere vicino, che abbiano idee folli magari, ma sempre meglio che la noia.
Sì, la noia è una delle cose che temo di più, e spero di non diventare mai noiosa.
Bisogna saper cogliere gli stimoli esterni, goderne, e rielabolarli, frequentare persone stimolanti, dalle ideeinnovative, che hanno fatto esperienze diverse dalle nostre, in modo da poterne trarre un arricchimento.
Se al contrario un avvocato sposa un avvocato, o un medico un medico, sai che noia!
lunedì 14 giugno 2010
E' cambiata la stagione...
E' iniziata la nuova stagione estiva, finalmente...anche se un po' in ritardo rispetto all'anno scorso, il primo bagno in mare, la prima tintarella, e la prima domenica alle Ginestre. Bagno privato dall'accesso un po' costoso, posto naturalisticamente meraviglioso in cui negli anni passati ho trascorso giornate divertenti con gli amici. E posto in cui riesco a rilassarmi come da nessun'altra parte. Questo almeno fino all'anno scorso.
Come già avevo descritto in un mio post la mia passione è stare al largo sul mio materassino a doppia piazza, sufficientemente lontano dalla calca, ma altrettanto vicino al Bar ed alla costa...si prende molto più sole, si sta freschi e ci si rilassa con il rollio delle onde.
Le prime esperienze mi vedevano trascinata dalla corrente, nel faticoso tentativo di non allontanarmi dalla spiaggia. L'unico modo per evitarlo era di attaccarsi al filo delle boe con una mano o un piede, ma ovviamente ciò richiedeva un'attenzione costante...non permettendo certo di addormentarsi! Al chè la mia idea: legare con un filo elastico il materassino, attraverso il tappo, al filo medesimo, consentendo non solo di rilassarsi completamente "a stella marina", ma anche di lasciare il materassino lì per tornarci dopo un panino.
Non solo: mi sono dotata di bracciale in plastica contenente crema a protezione 10 da spalmare ad esigenza. E quest'anno speravo anche di comprare un MP3 resistente all'acqua per poter ascoltare la musica anche in alto mare...
Ebbene, da quest'anno la boe non ci sono più! La Capitaneria di Porto pare ne abbia imposto la rimozione per avere libero accesso alla costa in caso di necessità...Per me ieri è stato uno shock!
Ma non solo: la gestione del bagno è cambiata, dopo la morte del fondatore, l'anno scorso, e ora mi sembra tutto più..."artefatto", meno spontaneo...i volantini del Bagno all'ingresso, i bagnini come guardie giurate a rimproverare un po' tutti, divieti vari, il cambio anche dietro il bancone del mitico bar...insomma, devo dire, con rammarico, che sono rimasta un po' delusa.
E ho pensato, dentro di me, per l'ennesima volta, che tutto cambia purtroppo, anno dopo anno...è la legge universale. E ci insegna che dobbiamo godere di ogni istante, di ogni cosa bella che ci è offerta ORA E QUI, ADESSO.
Per citare qualcuno più famoso di me, Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.
Come già avevo descritto in un mio post la mia passione è stare al largo sul mio materassino a doppia piazza, sufficientemente lontano dalla calca, ma altrettanto vicino al Bar ed alla costa...si prende molto più sole, si sta freschi e ci si rilassa con il rollio delle onde.
Le prime esperienze mi vedevano trascinata dalla corrente, nel faticoso tentativo di non allontanarmi dalla spiaggia. L'unico modo per evitarlo era di attaccarsi al filo delle boe con una mano o un piede, ma ovviamente ciò richiedeva un'attenzione costante...non permettendo certo di addormentarsi! Al chè la mia idea: legare con un filo elastico il materassino, attraverso il tappo, al filo medesimo, consentendo non solo di rilassarsi completamente "a stella marina", ma anche di lasciare il materassino lì per tornarci dopo un panino.
Non solo: mi sono dotata di bracciale in plastica contenente crema a protezione 10 da spalmare ad esigenza. E quest'anno speravo anche di comprare un MP3 resistente all'acqua per poter ascoltare la musica anche in alto mare...
Ebbene, da quest'anno la boe non ci sono più! La Capitaneria di Porto pare ne abbia imposto la rimozione per avere libero accesso alla costa in caso di necessità...Per me ieri è stato uno shock!
Ma non solo: la gestione del bagno è cambiata, dopo la morte del fondatore, l'anno scorso, e ora mi sembra tutto più..."artefatto", meno spontaneo...i volantini del Bagno all'ingresso, i bagnini come guardie giurate a rimproverare un po' tutti, divieti vari, il cambio anche dietro il bancone del mitico bar...insomma, devo dire, con rammarico, che sono rimasta un po' delusa.
E ho pensato, dentro di me, per l'ennesima volta, che tutto cambia purtroppo, anno dopo anno...è la legge universale. E ci insegna che dobbiamo godere di ogni istante, di ogni cosa bella che ci è offerta ORA E QUI, ADESSO.
Per citare qualcuno più famoso di me, Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò c'ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza.
domenica 16 maggio 2010
Vicini focosi
Dopo la presenza indesiderata di cani, il motivo più frequente di lite in condominio è costituito dai rumori molesti. E se ne comprende facilmente il motivo...alcuni condòmini non hanno alcun rispetto della quiete altrui, e pensano bene di passare l'aspirapolvere alle 2 di pomeriggio, di fare la scale con scarponi da sci alle 6 del mattino o di sbattere la porta senza motivo in ore notturne.
Nel condominio dove abito c'è una grossa presenza di persone anziane, ci sono due adolescenti al 3° piano del tutto innocui, ed al 2°, proprio di fronte a me, quattro, cinque o forse di più (non sono riuscita a contarli, visto il via-vai) studenti universitari.
Per fortuna fanno poche feste, evidentemente preferiscono uscire e rientrare alle 4 di notte sbattendo la porta, svegliandomi. Due di loro hanno i capelli rasta e i sandali anche d'inverno...so anche che qualche tempo fa, stante un tentativo di furto nel loro appartamento, i Carabinieri intervenuti hanno trovato un pitone (vivo) e alcune piante...non proprio ornamentali.
Fin qui niente di male, sono liberi di fare quel che vogliono, ed in fondo non ho paura dei serpenti...ma ciò che proprio mi da fastidio è sentire i mugulii della ragazza coi dread (come il cane della foto) che di notte, mentre amoreggia col suo fidanzato, fa in modo che la sentano tutti: per delle mezzore questa urla, mugula, e assentisce (posso immaginare a che cosa dica sempre sì). Da quel che sento lui dev'essere proprio molto bravo...
Invidiosa? Mmmmmm....forse un po' sì, in fondo lei se la spassa, mentre io cerco di dormire e penso a quel problema di lavoro che devo risolvere.
Mi piacerebbe una sera ingaggiare una SFIDA: le camere matrimoniali sono attigue, sarà solo questione di bravura e di resistenza. Ma nell'attesa cosa faccio? Fingo? :-)
lunedì 3 maggio 2010
Io ODIO le mezze stagioni!
Se è vero che la Primavera risveglia i sensi ed il corpo, è altrettanto vero che più primavere hai sulle spalle e sul viso, e meno i tuoi sensi e il tuo corpo hanno voglia di essere svegliati. Le giornate più lunghe e la maggior esposizione al sole infatti mettono allo scoperto ciò che è rimasto più o meno celato durante lunghi mesi...e vedere nel dettaglio colorito spento, forme non proprio toniche e cuscinetti adiposi mette proprio tristezza!
Io odio la Primavera davanti allo specchio. Non so perchè ma l'occhio è in questo periodo più spietato che in qualsiasi altro momento dell'anno. Vi è mai capitato? Tiri fuori coi primi caldi quel capo più leggero che l'anno scorso, a settembre, ti stava così bene, ora invece ti fa una botte! E i rotolini, che nell'agosto 2009 parevano quasi scomparsi (ho detto PAREVANO), ora sono lì che sbucano dappertutto.
Eh, merito dell'abbronzatura sicuramente, dei bagni in mare (si sa, la salsedine asciuga e leviga le pelle), e merito anche forse del nostro occhio più benevolo dei mesi estivi.
Eppoi diciamolo: la "mezza stagione" è proprio una rogna! Non si sa come vestirsi, e non ditemi che è bene vestirsi "a cipolla"! Io ci provo, ma paio proprio una cipolla dopo...strati di cose difficili da abbinare, e aloni sotto le ascelle appena esce il sole. Come ho già detto spesso, beate le donne con l'armadio nero, cioè quelle che si vestono quasi esclusivamente di nero e non hanno alcun problema di abbinamento: il nero va con tutto, sta bene a tutte e in più snellisce. Una panacea.
sabato 24 aprile 2010
I migliori se li sono già presi...
Torno oggi sull'argomento uomo/donna, per ribadire le solite cose, e cioè che gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, che i due universi sono diversi ma complementari, e tutte queste belle teorie, peraltro confermate spesso nella pratica, che conosciamo bene.
Lo faccio perchè mi ha fatto riflettere una frase del mio amico G., il quale, mentre cercavamo di sondare i motivi per i quali siamo entrambi ancora single, mi dice: "Tutti quelli che sono ora in coppia si accontentano".
Penso che volesse riferirsi a quelli che scendono a compromessi, alle coppie poco felici che vediamo spesso in giro, che stanno insieme solo per paura di restare soli o per pigrizia, perchè è più facile portare avanti una storia stantia che mollare tutto e riprendere in mano la propria vita, specialmente dopo una certa età.
Io e G. facciamo parte di quel gran numero di italiani dai 35 anni in su, che usciti da una o più storie importanti faticano a trovare un nuovo compagno di vita.
Che hanno storie di un giorno, di un week-end, di un mese, di un anno, storie di letto o storie platoniche, storie con persone sposate, storie già finite prima di cominciare.
Quelli che sono "difficili", esigenti, che non vogliono scendere a compromessi con certe proprie caratteristiche, o che cercano un ideale che non c'è, o che magari sono più critici di altri. O solo più sfortunati, perchè non incontrano sulla propria strada la "persona giusta".
Ma chi è questa persona giusta??
A volte penso che i migliori se li siano già presi le altre donne, e che siano rimasti in circolazione gli sfigati, i problematici, i maniaci, i Peter pan di turno, o i single incalliti, i lamentosi, i mammoni, i cretini...un luogo comune?
Parrebbe di sì, visto che conosco molti cretini sposati ;-)
O forse, ricordandomi che le regole secondo cui l'erba del vicino è sempre più verde ed i panni sporchi si lavano in casa, si tratta solo mera apparenza, ed in fondo quelli che sembrano "migliori" in realtà proprio non lo sono?
In ogni caso un unico consiglio mi sorge dal cuore, quale ultimo baluardo di speranza (e chi è in coppia mi maledirà): non resta che aspettare che quelli cosiddetti migliori si separino e tornino in circolazione, con più esperienza e voglia di fare le cose "come si deve"...
sabato 3 aprile 2010
Peep toe
Solo i più esperti, leggendo il titolo di questo post, avranno capito di cosa voglio parlarvi oggi.
Peep toe? No, non è un gioco erotico, e nemmeno un nuovo gruppo musicale. L'espressione identifica le scarpe con la punta aperta, che (badate bene) non sono chanel né sandali, ma appunto peep toe, o open toe.
E' sufficiente digitare le due parole su Google immagini e vi si aprirà un mondo.
Io, non per vantarmi, sono anni che le porto. Ma si sa, io sono sempre avanti... :-)
Ne ho un paio rosse ed un paio di vernice nera, tacco rispettivamente 5 e 8cm., le ho comprate ben due estati fa.
E quest'anno se n'è aggiunto un terzo paio tacco 12, blu e rafia (anche qui non cadetemi nell'ignoranza!!)
Sono scarpe molto sensuali, e devo dire anche comode, che però fanno sorgere un problema grosso di portabilità.
D'inverno si possono portare con una calza molto spessa, almeno 50 danari, che copra comunque la visione delle dita. Io personalmente non mi azzardo...
D'estate ovviamente non c'è alcun problema, che non sia quello del caldo e del conseguente gonfiore del piede.
Ma vogliamo pensare a chi, come me, con le prime giornate primaverili, vorrebbe sfoggiarle? Ovviamente ci vuole il piede nudo, e non mi convincono quelle commesse che sostengono che si possa indossare un collant molto leggero, il cosiddetto collant estivo, senza cuciture sulle dita. Comunque si vede che c'è una calza color carne sopra le unghie, ed è una cosa inguardabile!
Consultando il più grande esperto in materia, vale a dire Google, sembrava avessi trovato la soluzione: alcuni forum molto ben informati infatti sostengono che esistano dei collant senza punta, fatti apposta per le peep toe!
Ma, come di solito accade, il forum è stato smentito dalla realtà: i due maggiori rivenditori di calze ne sono sprovvisti...
D'altronde, come credere ad una tale fonte informativa? I forum su internet mi ricordano tanto le lettere che leggevo da bambina su Cioé ("Quando ho le mie cose posso lavarmi?" oppure "Mia mamma dice che quando ho il ciclo devo stare lontano dalle piante") con la differenza che lì c'era qualche esperto, o pseudo tale, che rispondeva alle domande in modo piuttosto consono, mentre i forum sono un coacervo di opinioni, le più disparate ed assurde, di persone che dicono la propria senza averne la minima competenza! Ciò è ancor più evidente laddove si parli di sessualità...
Leggete ad esempio questo forum "Al femminile" sulla depilazione brasiliana: è bello sapere che ci sono diversi metodi per togliere i peli dai glutei...
Oppure questo sulle pillole anticoncezionali: che strano caso...questa pillola su alcune ragazze fa effetto, ma qualcuna è invece rimasta incinta!
Beh, tornando al tema del post, la conclusione è una sola: gamba nuda.
Essendo io una donna coraggiosa (vi dico solo che ieri sera c'erano 8 gradi!), ho già indossato le mie nuove peep toe senza calze, con i pantaloni per ora, ma vi posso assicurare che è stata una dura prova di coraggio, peraltro superata splendidamente.
A DonnaAvventura mi devono proprio prendere.
mercoledì 24 marzo 2010
Il loop femminile...
E' risaputo: in attesa di una telefonata di un uomo servono una buona amica, un vecchio film o una tisana al biancospino.
Uno dei poteri che gli uomini ancora esercitano in maniera prepotente sulle donne è quello di creare paranoie nelle menti di donne di tutte le età e ceti sociali, facendole precipitare in una situazione che gli esperti chiamano loop.
Trappola, cappio, sensazione di ansia, ossessione, pensiero fisso, un gorgo di idee insensate che ingigantiscono i particolari insignificanti.
E' sufficiente un banale incontro, un colloquio piacevole in treno, un aperitivo veloce, una cena romantica, un cinema rubato la domenica pomeriggio. E poi c'è...IL DOPO. Il periodo che segue all'incontro, ed in cui aspettiamo che LUI chiami.
Ha parlato poco, io troppo...forse si è annoiato. Mi ha chiesto il numero di telefono, ma non mi ha chiesto di rivederci: l'avrà fatto per formalità?
Avevo un brufolo, e forse lui l'ha notato. O forse è allergico al mio gatto, sarà in ospedale...ecco perchè non chiama!
E così si passano eterni minuti a fissare lo schermo del cellulare, anelando che si illumini per una chiamata entrante, LA chiamata entrante.
La regola aurea infatti è non chiamare per prime, mai. Sarebbe solo un sollievo temporaneo prima della sciagura, senza considerare l'eventualità della mancata risposta, del cellulare staccato, o peggio della risposta di qualcun'altra.
Ed ecco che la buona amica viene in nostro aiuto: quasi ci vergognamo a parlargliene perchè le nostre pare non hanno fondamento, nei momenti di lucidità ci rendiamo conto di quanto stiamo analizzando (sotto il nostro punto di vista) ogni minimo, stupido, insignificante dettaglio. Dettaglio che ovviamente LUI non solo non analizza, ma neppure ricorda. Quale brufolo? Ah, hai un gatto?
Ma l'amica (a meno che non sia una delle ultime romantiche/compassionevoli) capisce,e agisce di conseguenza. Può chiamarci spesso per farci ragionare, portarci a bere un aperitivo in un locale trendy, o legarci - imbavagliata - ad una sedia: tutto pur di non farci fare gesti di cui ci pentiremmo.
Notate bene che ho parlato di amica. Mai chiedere consiglio ad un amico maschio, che sarà pur bravo a portarci a pescare in zona montana non coperta da segnale Vodafone, ma che non capirà mai le nostre ansie: "Va bè, che problemi ti fai? Chiamalo tu". Subito dopo questo consiglio suicida, sicuramente respingerà la chiamata di una nelle vostre stesse condizioni. Ecco il potere di cui parlavo...
Quindi resistere, resistere strenuamente. Svagarsi, uscire, distrarsi, e soprattutto fare affidamento sulla infallibile legge di Murphy : quando saremo al cinema il telefono squillerà.
Dunque, nell'attesa, meglio asciugarsi gli occhi, soffiarsi il naso, bere una tisana (o due dita di brandy) e farsi trovare serene e carine a quell'uomo che, nonostante abbia un brutto rapporto col telefono, forse saprà farci felici.
venerdì 19 marzo 2010
Caffè, tè...me?
Premettendo che non amo il caffè, posso dire di berne di solito uno o due al giorno e sempre e solo al bar.
Un tempo lo bevevo macchiato, ma da quando una dietologa mi ha vietato il latte, solo liscio, o nero come dicono qui.
G. poi mi ha aperto un mondo con il caffè americano, che forse perchè diluito mi sembra più buono.
Così, quando sono al bar ed ho qualche minuto in più (essendo "lungo" richiede comunque tempi "da signora" perchè va sorseggiato, e spesso l'acqua è bollente), ordino un caffè americano, in tazza grande e con acqua a parte, possibilmente non caldissima (per i motivi sopra esposti).
Lo specifico perchè ogni tanto i baristi hanno l'azzardo di presentarmi una brodaglia allungata: io invece voglio dosare personalmente la quantità d'acqua. Eh sì, sono proprio come Sally in Harry ti presento Sally: che quando deve ordinare (in quel famoso caffè della scena più celebre) si fa subito riconoscere come una persona molto esigente (e rompipalle) chiedendo con precisione ciò che desidera.
Ebbene, vengo all'argomento perchè ieri alla Stazione ferroviaria, il posto forse più proletario e democratico, dove i senza tetto passano i pomeriggi freddi distesi sulle panchine, un caffè americano, che normalmente costa quanto un caffè normale, è stato pagato 1,20€! Ovviamente l'ho fatto presente alla cassa, ma pare che le mie parole siano rimaste senza riscontro...d'altronde non posso pretendere che un cassiere discuta le politiche aziendali di un colosso come quello cui appartiene la catena di ristorazione a cui mi sono necessariamente rivolta, visto che è l'unico bar presente in stazione!
Non solo: nonostante la mia richiesta di acqua a parte, mi ha presentato una tazza piena di brodaglia al sapore di caffè (quindi già allungato) e un bricco con dell'acqua calda...ma secondo lui dove avrei dovuto metterla visto che il caffè era già all'orlo?
mercoledì 10 marzo 2010
Donna Avventura
Sabato andrò alle selezioni per Donna Avventura. Per chi non lo sapesse è una trasmissione di Rete4, anzi una sorta di documentario-viaggio: sei ragazze vengono accompagnate in un viaggio più o meno avventuroso, in qualsiasi zona del pianeta, ed il loro compito rimane quello di vivere appieno l'esperienza e riportarla quale un reportage agli spettatori, attraverso un racconto e delle immagini.
Anche se tra le caratteristiche richieste vi è la capacità di scrivere, presumo che sia tutto ben orchestrato dall'organizzazione, nel senso che le frasi che vengono registrate spesso mi paiono scritte dalla stessa mano, e hanno tutte lo stesso taglio. Io darei sicuramente una sferzata di energia al programma!
Programma che devo dire negli anni forse è un poco scaduto: partito come registrazione di un'avventura vera nel deserto con delle jeep, ma soprattutto con donne "vere", ora le sei sono per lo più avvenenti e sempre curate: un po' difficile tenere a posto la french manicure se si dorme in tenda nella giungla, no?
Insomma, il sospetto che dietro non ci sia tutta questa "avventura" mi ha sfiorato...
In gni caso mi presenterò alle selezioni agguerrita: telegenica e spigliata lo sono, adattabile anche direi...ho trascorso 7 giorni in barca con 9 sconosciuti! Certo qui si tratta di stare via ben 100 giorni, senza contatti con parenti/amici/fidanzati...ma sarà dura soprattutto andare d'accordo con le altre cinque partecipanti: si sa quanto sia difficile mettere insieme le teste femminili, e quanto una donna sappia diventare una strega con un'altra donna! Speriamo che qualche uomo della troupe sappia fare da "cuscinetto" (in tutti i sensi!) :-)
lunedì 1 marzo 2010
Anime gemelle
Secondo me ci sono tante anime gemelle, io ad esempio ne ho incontrate parecchie nella mia vita.
C'è l'anima gemella con cui vado al cinema, cioè un amico o amica con cui so che vedere un film è un piacere assoluto e imprescindibile: vi sembra poco? Avete mai provato ad andare al cinema con un amico/a e pentirvene amaramente? Io sì.
Ciò può accadere che chi mi accompagna non abbia i miei stessi gusti, ami ad esempio i film di nicchia francesi ed io voglio godermi X-Men. E non sarà mai che io scenda a compromessi e veda un film francese, tanto più "di nicchia"...
Poi mi da sui nervi chi sgranocchia pop-corn tutto il tempo e/o succhia dalla cannuccia, oppure si gratta le palle in continuazione (sì, mi è successo pure questo!), o ancora sia un tipo che ci prova e si protende sempre più verso di me, lasciando intendere di essere molto preso dalle scene del film, ma palesando un interesse di tipo ben diverso.
Se vado al cinema con la mia anima gemella del cinema so che andrà tutto nel verso giusto, vedremo un film che piace ad entrambi, di cui parleremo dopo, compreremo una confezione da 8 euro di pop-corno da cui attingeremo in due, e ci godremo lo spettacolo. Peraltro la mia anima gemella del cinema sa che se c'è una scena di paura salto sulla poltrona e mi attacco al suo braccio, ma non si scompone. E non ci prova. ;-)
Io ho anche l'anima gemalla dello shopping. E' risaputo che i migliori acquisti si fanno da sole, concentrate e sole. Niente mamme/zie/amiche/fidanzati attorno che si lamentano: "Perchè compri questa gonna? Ti fa grassa" (mia mamma). "Che palle, ti muovi, è mezzora che aspetto!" (il fidanzato).
La mia anima gemella dello shopping non da problemi: di solito entra nei negozi che voglio visitare io, ha i miei stessi tempi "di decisione" (vale a dire molto rapidi nel decidere se acquistare o meno una cosa), e dopo un paio d'ore ama fare una pausa gelato sedute da qualche parte. L'utile e il dilettevole.
C'è anche l'anima gemella da letto, cioè la persona con cui senti che c'è un feeling particolare, con cui scopri cose mai provate e ti accorgi che non sono poi così male... ;-)
E che dire dell'anima gemella del cibo? Cioè quell'amico/a con cui è un piacere andare a cena, a pranzo o anche solo a bere qualcosa? Non dipende da ciò che ordina, e nemmeno da ciò che dice mentre mangia, dipende dalla sintonia che si crea davanti ad un bicchiere di vino.
Bene, potrei citare ancora la mia anima gemella del Taboo, la mia anima gemella dei viaggi, quella di Facebook e quella da sms, l'anima gemella della tv e quella di lavoro, quella da spiaggia e quella da gita in mountain bike...e potrei continuare.
Morale della storia? Non fissatevi ad oltranza con lo stesso uomo, ma siate libere di prendere il meglio da ciascuno vi capiti la fortuna di conoscere e frequentare.
lunedì 22 febbraio 2010
Mela
Dalla foto potete dedurre come anch'io sia passata alla Apple: semplicemente devo stare attenta a cambiare la mela ogni settimana, altrimenti va da male.
I-phone? Indiscusso oggetto del desiderio di italiani e non solo, ha rivoluzionato il modo di telefonare con i cellulari.
A dicembre 2008, un anno e mezzo dopo il lancio, e pochi mesi dopo l'ingresso nel mercato italiano, il telefono pare abbia totalizzato 17 milioni di esemplari venduti in 22 paesi nel mondo. Praticamente solo io ancora non ce l'ho ;-)
E nemmeno medito di comprarlo: cosa potrei farmene di un telefono touch screen? Vedere tutte quelle ditate sullo schermo metterebbe in crisi il mio animo di donna attenta alla pulizia!
domenica 14 febbraio 2010
Isterismi femminili...
La sindrome premestruale definisce il complesso di sintomi, sia fisici, sia psicologici, che compaiono prima della mestruazione e scompaiono con il flusso: mentre alcune donne prima del ciclo non presentano alcun disturbo rilevante, per molte, all'incirca il 40%, questo appuntamento mensile rappresenta un vero problema, caratterizzato da irritabilità, tensione emotiva, cambiamento d'umore, insicurezza, crisi di pianto immotivate, manifestazioni depressive, aggressività, scarsa concentrazione, stanchezza, tensione mammaria, stitichezza, gonfiore diffuso, aumento di peso, acne, mal di testa, alterazioni della libido, emicrania...ahhhhhh una tragedia che si ripete!!
Senza contare la più banale e irrefrenabile voglia di dolci o salato, a seconda dei momenti.
Io sono tra quelle fortunate che la maggior parte di questi problemi non li ha, o per lo meno non li accusa in forma così rilevante da incidere sulla propria vita quotidiana.
La natura mi permette di fare di tutto in quei giorni, stare al sole per ore, fare il bagno, andare a spinning e buttarmi col paracadute...la considero una grande fortuna perchè non sopporterei delle limitazioni. Conosco donne che hanno rinunciato a viaggi, uscite con gli amici, e persino al proprio matrimonio a causa del malessere che provavano!
Quanto detto per gli aspetti sintomatici a livello fisico: per ciò che riguarda l'emotività, le crisi di pianto immotivato, gli sbalzi d'umore e la voglia di dolci, anch'io ho da dire qualcosa.
Qualche giorno prima del ciclo, in una domenica passata da sola a casa tra un libro e un film, capita che scoppi a piangere perchè un pensiero triste relativo ad eventi di 20 o 30 anni fa mi ha attraversato la mente, o perchè non ho ricevuto nemmeno un sms, o semplicemente perchè in tv viene trasmesso un documentario sull'estinzione dell'ape carnica...sono gli ormoni, che fluttuando nell'organismo influenzano la vita e, a causa dei biscotti ingurgitati, anche il girovita!
E mi rendo conto come questa sindrome, chiamata comunemente SPM, possa veramente influire sulle relazioni, di coppia e non, tanto che esistono molti siti che danno consigli su come approcciare nel modo giusto "una donna con il ciclo" .
Ma anche noi donne siamo consapevoli di quanto diventiamo rompiballe in quei giorni, e di come ciò si rifletta necessariamente sui rapporti sociali, sulle relazioni, anche sul posto di lavoro.
Io ho sempre preferito avere a che fare con uomini: nei colloqui, agli esami, ed anche nelle amicizie, ho sempre avuto maggior feeling con il sesso opposto al mio, ed anche per questo motivo ho deciso di cambiare di nuovo posto di lavoro: prima io ed altre due donne stavamo chiuse nello stesso ambiente per almeno 45 ore settimanali, ognuna con le sue paranoie, i suoi problemi e i suoi nervosismi. A volte l'aria era talmente carica di elettricità che il postino, dopo aver messo piede sulla soglia, con l'impressione di entrare nella gabbia delle tigri, se la dava a gambe levate appena possibile!
Ora divido gli spazi con due uomini e devo dire che è tutto più semplice: perchè gli uomini hanno tanti difetti (superficiali, disordinati, maschilisti...) ma sono coerenti, abitudinari nel loro comportamento, quasi troppo prevedibili a volte, ed è proprio per questo che uomo e donna si compensano a vicenda no? :-)
mercoledì 10 febbraio 2010
Donne in rinascita
Più dei tramonti , più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita.
No, non è mai finita per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fa la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.
Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasqua. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima ed è passato tanto tempo, e ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi, e hai pianto.
Dio quanto piangete! Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.
E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato, quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?"
Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel: parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto, stiamo lavorando anche per voi.
Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti...
(testo di Jack Folla)
domenica 7 febbraio 2010
Lunedì
Eccolo qui, il mio …ennesimo compleanno. L’età di una donna non si chiede ma per me non è assolutamente un problema, come non lo è il passare del tempo. Sarà l’incoscienza, sarà lo spirito indomito, sarà che proprio non li dimostro...so solo che non mi sento proprio i miei anni. :-)
La cosa che però un poco mi dispiace è che quest'anno cada di lunedì…giornata di ritorno al lavoro, non è adatta a far baldoria: sì perché compleanno=festa, regali, auguri, brindisi e cotillons …la Mia Festa!!
In realtà l’anno scorso i festeggiamenti si sono protratti per una decina di giorni. Una specie di Carnevale in mio onore, ma soprattutto a spese mie! ;-)
Ho iniziato venerdì 6 febbraio anche se dicono che festeggiare in anticipo porti rogna...chissà mai che uno tiri le cuoia prima che scocchi la mezzanotte...
Bene, il venerdì è d'abitudine con i vecchi amici della palestra, sabato torta di fragole e fiumi di Prosecco ai miei amici di sempre, persone che sono nel mio cuore da anni.
Domenica ho festeggiato con i familiari, lunedì è stata la volta delle frittelle offerte in ufficio (con la crema ovviamente) e martedì coi compagni di spinning.
Infine giovedì con i miei nuovi amici di qui.
Insomma, ho speso una bella cifra ma ne è valsa la pena, come sempre.
Sono convinta che un anno in più vada festeggiato adeguatamente, dando una festa, godendosi un viaggio, o lanciandosi col paracadute.
domenica 31 gennaio 2010
Io non sono "gli altri"
Sono rimasta delusa dalla visione di Avatar, definito "il film dell'anno", "il capolavoro di Cameron", comunque un campione d'incassi che ha superato Titanic (sempre di Cameron) ed Il signore degli anelli...
Se ne parla da mesi, in tv, su Facebook, per strada. Dopo 3 settimane di programmazione è ancora difficile trovare un posto libero se non almeno 48 ore prima, e le sale si riempiono tutti i giorni della settimana di teste che inforcano occhiali per visione in 3D.
Così, anche se il genere non è proprio nelle mie corde, e quegli uomini blu mi fanno un po' senso, ho deciso di andarlo a vedere pure io: il film è bello, mi è piaciuto per gli effetti visivi e sonori, per il pensiero ecologista che sottende, per i buoni sentimenti che lo permeano, per il lieto fine (anche se avrei preferito che qualcuno alla fine morisse: una lacrima in più avrebbe dato "spessore" alla storia). Ma mi ha deluso proprio perchè mi aspettavo di più.
Persino la musica mi ha deluso: ascoltate qui sotto Leona Lewis...l'ho pedalata a spinning martedì scorso, e me ne sono accorta subito, è uguale a My heart will go on, di Celine Dion...guarda caso.
Leggo su MyMovies una critica che convalida la mia opinione, ma allo stesso tempo salva il regista: "È storia di sempre, si dirà, già vista (al cinema) e sentita. Ma ci vogliono registi capaci di osare, consapevoli che tutte le storie sono già state narrate ma che alcune meritano di essere ribadite con tutta la forza della spettacolarità che è possibile mettere in campo. Avatar non sarà il film che rivoluzionerà la storia del cinema ma Cameron merita rispetto e ammirazione. Sa perché e su quali temi rischiare, in un'epoca in cui la grande maggioranza cerca l'incasso sicuro. Onore al merito."
Mi accade spesso: quando seguo la massa rimango delusa. Quando andai a vedere Titanic mi venne sonno, a Ricordati di me di Muccino sono uscita dalla sala prima della fine, per Chocolat non sono arrivata nemmeno a metà. Tutti film acclamati da critica e pubblico, incassi da record, e commenti entusiasti.
L'uomo che fissa le capre è stato bistrattato e forse ha incassato poco, ma è un film che diverte con poco, pieno di trovate, parodie, new age, giochi linguistici, citazioni, filosofia "star wars". Questo riprova che non siamo tutti uguali per fortuna, e che ancora la testa mi funziona per pensarla in modo diverso dalla massa.
Questo discorso mi riporta ad un'altra riflessione in merito ad un fatto - secondo me incredibile - che avviene in autostrada, quando ci si avvicina al casello del pedaggio: ci sono lunghe file di auto incolonnate, già temo perdere mezzora di tempo in coda quando mi accorgo che a destra c'è un casello col semaforo verde, dove non c'è nessuno!
Oppure al cinema, mi è successo pochi mesi fa: due casse a sinistra, lunghe code. Due casse a destra, una col cartello CHIUSO, l'altra APERTO...e nessuno in coda lì! Mi avvicino al cassiere e domando "Scusa, posso pagare qui?" "Certo", è scontato, è aperto! Ed alla mia domanda: "Ma come mai qui non viene nessuno?" mi guarda quasi sconsolato...
Come vi spiegate questi eventi? Io lo dico sempre: molte persone sono ottuse, come le capre (ecco che torna il tema del film di cui sopra) che seguono la massa senza pensare con la propria testa.
Meditate gente, meditate sempre!
Se ne parla da mesi, in tv, su Facebook, per strada. Dopo 3 settimane di programmazione è ancora difficile trovare un posto libero se non almeno 48 ore prima, e le sale si riempiono tutti i giorni della settimana di teste che inforcano occhiali per visione in 3D.
Così, anche se il genere non è proprio nelle mie corde, e quegli uomini blu mi fanno un po' senso, ho deciso di andarlo a vedere pure io: il film è bello, mi è piaciuto per gli effetti visivi e sonori, per il pensiero ecologista che sottende, per i buoni sentimenti che lo permeano, per il lieto fine (anche se avrei preferito che qualcuno alla fine morisse: una lacrima in più avrebbe dato "spessore" alla storia). Ma mi ha deluso proprio perchè mi aspettavo di più.
Persino la musica mi ha deluso: ascoltate qui sotto Leona Lewis...l'ho pedalata a spinning martedì scorso, e me ne sono accorta subito, è uguale a My heart will go on, di Celine Dion...guarda caso.
Leggo su MyMovies una critica che convalida la mia opinione, ma allo stesso tempo salva il regista: "È storia di sempre, si dirà, già vista (al cinema) e sentita. Ma ci vogliono registi capaci di osare, consapevoli che tutte le storie sono già state narrate ma che alcune meritano di essere ribadite con tutta la forza della spettacolarità che è possibile mettere in campo. Avatar non sarà il film che rivoluzionerà la storia del cinema ma Cameron merita rispetto e ammirazione. Sa perché e su quali temi rischiare, in un'epoca in cui la grande maggioranza cerca l'incasso sicuro. Onore al merito."
Mi accade spesso: quando seguo la massa rimango delusa. Quando andai a vedere Titanic mi venne sonno, a Ricordati di me di Muccino sono uscita dalla sala prima della fine, per Chocolat non sono arrivata nemmeno a metà. Tutti film acclamati da critica e pubblico, incassi da record, e commenti entusiasti.
L'uomo che fissa le capre è stato bistrattato e forse ha incassato poco, ma è un film che diverte con poco, pieno di trovate, parodie, new age, giochi linguistici, citazioni, filosofia "star wars". Questo riprova che non siamo tutti uguali per fortuna, e che ancora la testa mi funziona per pensarla in modo diverso dalla massa.
Questo discorso mi riporta ad un'altra riflessione in merito ad un fatto - secondo me incredibile - che avviene in autostrada, quando ci si avvicina al casello del pedaggio: ci sono lunghe file di auto incolonnate, già temo perdere mezzora di tempo in coda quando mi accorgo che a destra c'è un casello col semaforo verde, dove non c'è nessuno!
Oppure al cinema, mi è successo pochi mesi fa: due casse a sinistra, lunghe code. Due casse a destra, una col cartello CHIUSO, l'altra APERTO...e nessuno in coda lì! Mi avvicino al cassiere e domando "Scusa, posso pagare qui?" "Certo", è scontato, è aperto! Ed alla mia domanda: "Ma come mai qui non viene nessuno?" mi guarda quasi sconsolato...
Come vi spiegate questi eventi? Io lo dico sempre: molte persone sono ottuse, come le capre (ecco che torna il tema del film di cui sopra) che seguono la massa senza pensare con la propria testa.
Meditate gente, meditate sempre!
mercoledì 27 gennaio 2010
In giro nuda.
Si sa: le donne non hanno mai niente da mettersi.
Ma come può accadere? Sono vent'anni che faccio shopping compulsivo e ancora non ho niente da mettermi? Ebbene sì.
La fatidica frase, pronunciata in genere in fase di isterismo, siginifica semplicemente che, provati una serie di indumenti accatastati poi alla rinfusa sul letto, non si è trovato quel "qualcosa" che in quel momento si desidera indossare, e che ovviamente non c'è nel nostro armadio.
Voi uomini che leggete queste righe vi chiedete com'è possibile? Ora ve lo spiego.
Ho comprato una gonna nuova, l'ennesima, ma non sta bene né con il maglioncino blu, né con quello nero, quindi ci vorrebbe...sì, un dolcevita rosso. Che purtroppo, inevitabilmente, nell'armadio non compare. Ed è nevrosi.
Oppure: ore 20.30 appuntamento per cena. Ore 18.00 inizio dei preparativi, doccia, crema, capelli, profumo, trucco. Ed un'idea in mente: indossare quel vestito viola che mi sta così bene.
Ma alle 19.40 la scoperta: è macchiato, oppure ha un orlo scucito!! Ed io sono ancora nuda: sì perchè anche la biancheria intima, nel colore e nella foggia, dipenderà da cosa deciderò di indossare.
Scartati i pantaloni, perchè sono poco femminili, scartato quel vestito già messo l'ultima volta, scartata quella maglia che "segna troppo dove non dovrebbe" fisso l'interno dell'armadio che se contenesse delle reliquie, ed è panico.
Mi aggiro come un leone in gabbia, provando vestiti che poi vengono gettati alla rinfusa, faccio avanti e indietro tra l'armadio e lo specchio, non uno specchio qualunque, ma quello che rende meglio l'immagine, possibilmente ad effetto snellente.
Ore 20.10, non c'è più tempo, scelgo il meno peggio imprecando tra me e me: non ho proprio niente da mettermi!
Ancora può accadere che mi alzi al mattino con l'idea di mettere il mio nuovo tubino blu con gli stivali blu, ma apro la finestra e mi accorgo che piove...e gli stivali blu sono di camoscio, si rovinerebbero.
Per cui, con l'angoscia di fare tardi al lavoro, non avendo nell'armadio nemmeno un paio di scarpe che stia bene col tubino blu, sono costretta a cambiarmi completamente: tubino grigio e stivali neri.
Senza considerare il "fattore borsa"! La borsa viola ovviamente non si può portare con la giacca rossa, e costringe a portare tutto ciò che contiene a tempo di record da una borsa all'altra, possibilmente pezzo per pezzo, e non "travasando" il tutto senza cura (a volte mi piacerebbe avere un imbuto). Ed è risaputo che la borsa di una donna può contenere veramente di tutto.
A volte invidio le mie amiche che si vestono esclusivamente di nero: facili gli abbinamenti, il nero sta proprio con tutto, ma è un po' triste noo? E sintomo di poca fantasia.
O è solo quel senso pratico che a me manca? ;)
Qui sotto una delle scene più divertenti del film cult in cui Carrie, su Walk this way dei RunDMC, nella sua adorata cabina armadio, prova i vecchi vestiti anni 80-90...
giovedì 21 gennaio 2010
Rinascere uomo? No grazie!
Ah se rinascessi vorrei rinascere uomo...sento spesso pronunciare questa frase da parte del sesso femminile, e forse anch'io l'ho pensato qualche volta.
Niente ciclo, né sbalzi ormonali ed umorali che fanno piangere alla vista di una mosca morta.
L'uomo non deve depilarsi in ogni singolo lembo corporeo a cadenza settimanale (ma qui si potrebbe discutere, visto che molti uomini d'oggi amano presentarsi glabri ai concorsi di bellezza ma a volte – con orrore – anche sotto le lenzuola!), ma soprattutto non deve sopportare la coda fuori dai bagni.
E' una regola aurea, presumo dovuta al fatto che la donna sta in media il doppio del tempo per fare i suoi bisogni: chissà poi perchè?
Innanzitutto l'abbigliamente femminile può richiedere del tempo (vedi tubino stretto, tuta da sci a salopette, body con gancetti vari...), eppoi in bagno può accadere di tutto: una calza smagliata da sostituire, un Tampax che non ne vuol sapere di entrare dove dovrebbe, il trucco da ritoccare, i capelli da sistemare, ecc.
L'uomo entra, fa pipì, a volte dopo, a volte durante, si lava le mani, ed esce. Al massimo può capitargli che si inceppi la lampo, ma in tal caso l'uomo fa presto: la lascia così com'è. Pratico no?
Ovviamente se c'è un unico bagno ha un'altra possibilità: farla in piedi ovunque: albero, automobile, lampione...come i cani.
E che dire del fatto che l'uomo gode di stipendi maggiori a parità di posizione ed anzianità lavorativa? E del fatto che è capace di essere felice guardando con la birra in mano 22 persone che corrono dietro ad un pallone?
A tutto ciò fanno da contraltare la scocciatura di farsi la barba ogni mattina (ma anche su questo meglio glissare) e stare con la giacca ai matrimoni d'estate.
Ecco una cosa per la quale gli uomini mi fanno proprio pena: appena arrivati in chiesa sono incravattati, belli, puliti ed inamidati. A metà della messa iniziano a sudare sulla fronte e in auto accendono l'aria condizionata a manetta facendo venire alla compagna (ovviamente con vestito ultra leggero senza maniche) un accidente.
Arrivati al rinfresco resistono ancora un poco, ma appena viene servito il secondo si tolgono la giacca e lasciano che tutti possano ammirare le trote sotto le ascelle, cioè le chiazze di sudore sulla camicia. Spettacolo pessimo, si sa.
Ma è possibile veramente mettere su una bilancia queste pochezze con tutto ciò che l'universo femminile al contrario rappresenta?
La frivolezza che distingue il nostro essere belle, la cura che mettiamo nelle cose, la forza morale e caratteriale di una donna sono impareggiabili: l'uomo d'oggi si depila più di noi, fa pipì seduto e si trucca, ma non avrà mai il femminino in sé.
Il piacere di piacere, il piacere di essere corteggiate, il piacere di essere speciali (e non perchè inferiori!).
Abbellirsi con il trucco e con i gioielli.
Vestirsi e svestirsi: sfilarsi la gonna penso sia uno dei gesti più sensuali che esista...e vogliamo dimenticare la biancheria intima, che piace tanto agli ometti ma ve lo assicuro anche a noi. Io per lo meno ne ho di ogni colore e foggia.
E che dire dei tacchi alti, gioia e dolori di molte di noi? Della possibilità di acconciarsi i capelli, arricciarli, lisciarli, cambiarne il colore o tagliarli per tagliare con un passato da dimenticare?
E una donna ama al 100% anche quando gliene viene richiesto solo il 30, ama con il corpo e con la mente (come diceva Julio Iglesias), ma soprattutto con il cuore...
Posso aggiungere anche la gioia di mettere al mondo figli, e questa la cito solo perchè è d'obbligo in questo quadro: ma so per sentito dire che è una felicità impagabile quella che si prova.
Senza contare l'abilità della mente muliebre di percepire i dettagli, di intuire le sensazioni, e di utilizzare il famoso sesto senso: cosa che gli uomini, pur dotati di praticità e di logica che io loro tanto invidio, sicuramente non possono vantare. E non potete dire di no! :-)
domenica 17 gennaio 2010
Caffè, tè...me?
Premettendo che non amo il caffè, posso dire di berne di solito uno o due al giorno e sempre e solo al bar.
In particolare bevo il caffè all'americana, che forse perchè diluito mi sembra più buono.
Così, quando sono al bar ed ho qualche minuto in più (essendo "lungo" richiede comunque tempi "da signora" perchè va sorseggiato, e spesso l'acqua è bollente), ordino un caffè americano, in tazza grande e con acqua a parte, possibilmente non caldissima (per i motivi sopra esposti).
Lo specifico perchè ogni tanto i baristi hanno l'azzardo di presentarmi una brodaglia allungata: io invece voglio dosare personalmente la quantità d'acqua, è un mio diritto! :)
Eh sì, sono proprio come Sally nel famoso film, che quando deve ordinare in quel famoso caffè della scena più celebre si fa subito riconoscere come una persona molto esigente (anzi, ad "alto mantenimento" come la definisce Harry).
Ebbene, vengo all'argomento perchè ieri alla Stazione ferroviaria, il posto forse più proletario e democratico, dove passano migliaia di persone al giorno, di tutti i ceti e di tutte le razze, dove i senza tetto passano i pomeriggi freddi distesi sulle panchine, un caffè americano, che normalmente costa quanto un caffè normale, è stato pagato 1,20€!
Ovviamente l'ho fatto presente alla cassa, ma le mie parole sono rimaste senza riscontro...d'altronde non posso pretendere che un cassiere discuta le politiche aziendali di un colosso come quello cui appartiene la catena di ristorazione a cui mi sono necessariamente rivolta, visto che è l'unico bar presente in stazione!
Non solo: nonostante la mia richiesta di acqua a parte, mi ha presentato una tazza piena di brodaglia al sapore di caffè (quindi già allungato) e un bricco con dell'acqua calda...ma secondo lui dove avrei dovuto metterla visto che il caffè era già all'orlo?
P.s. Avrete sicuramente riconosciuto a frase del titolo, tratta dal film "Una donna in carriera" (correva l'anno 1988) e rimasta nella storia ;)
In particolare bevo il caffè all'americana, che forse perchè diluito mi sembra più buono.
Così, quando sono al bar ed ho qualche minuto in più (essendo "lungo" richiede comunque tempi "da signora" perchè va sorseggiato, e spesso l'acqua è bollente), ordino un caffè americano, in tazza grande e con acqua a parte, possibilmente non caldissima (per i motivi sopra esposti).
Lo specifico perchè ogni tanto i baristi hanno l'azzardo di presentarmi una brodaglia allungata: io invece voglio dosare personalmente la quantità d'acqua, è un mio diritto! :)
Eh sì, sono proprio come Sally nel famoso film, che quando deve ordinare in quel famoso caffè della scena più celebre si fa subito riconoscere come una persona molto esigente (anzi, ad "alto mantenimento" come la definisce Harry).
Ebbene, vengo all'argomento perchè ieri alla Stazione ferroviaria, il posto forse più proletario e democratico, dove passano migliaia di persone al giorno, di tutti i ceti e di tutte le razze, dove i senza tetto passano i pomeriggi freddi distesi sulle panchine, un caffè americano, che normalmente costa quanto un caffè normale, è stato pagato 1,20€!
Ovviamente l'ho fatto presente alla cassa, ma le mie parole sono rimaste senza riscontro...d'altronde non posso pretendere che un cassiere discuta le politiche aziendali di un colosso come quello cui appartiene la catena di ristorazione a cui mi sono necessariamente rivolta, visto che è l'unico bar presente in stazione!
Non solo: nonostante la mia richiesta di acqua a parte, mi ha presentato una tazza piena di brodaglia al sapore di caffè (quindi già allungato) e un bricco con dell'acqua calda...ma secondo lui dove avrei dovuto metterla visto che il caffè era già all'orlo?
P.s. Avrete sicuramente riconosciuto a frase del titolo, tratta dal film "Una donna in carriera" (correva l'anno 1988) e rimasta nella storia ;)
martedì 12 gennaio 2010
Posizioni...
Non illudetevi voi morbosi, che pensate, leggendo il titolo del post, che questa volta si parli di Kamasutra e posizioni da camera da letto...vorrei parlare di posizioni ben diverse, quelle che si assumono, in situazioni imbarazzanti, almeno una volta nella vita.
Ricordo con orrore un'attività che si faceva alle scuole elementari: no, non le biglie, e nemmeno i "puntini" (quando si punzecchiavano dei fogli con degli spilli- che gioco stupido). Parlo della carriola.
Quale mente perversa può aver inventato questa specie di gioco? Un bambino cammina sulle braccia mentre un altro bambino gli tiene le gambe. Lo sforzo che richiede questa posizione, all'età di 7/8 anni, è indescrivibile, io almeno me lo ricordo come immane, e non riuscivo a fare che pochi centimetri.
Da piccola poi già facevo fatica ad accovacciarmi per fare pipì, quando mio papà, dotato della facoltà di farla in piedi, mi suggeriva: "Vai dietro quel pino, non c'è nessuno".
Ed io, tentando di non calpestare qualche vipera assopita o qualche cacca di mucca, e lanciando occhiate furtive per assicurarmi che veramente non ci fosse nessuno nell'arco di qualche chilometro, ci mettevo circa un quarto d'ora per "svolgere il compito"...
ciò che ho già scritto nel post sulle "posizioni" vi sarà utile per capirne il motivo. In più, l'aria di montagna che rinfresca lembi di pelle che di solito stanno al coperto non è proprio il massimo dell'agio.
Diversi anni fa, eravamo poco più che ventenni, io e l'amica Paola decidemmo di seguire l'esempio di due cari amici, e accettammo di fare una lezione prova di Kachukembo, un'arte marziale.
Ovviamente, come gli altri principianti, ho avuto molta difficoltà a tenere certe posizioni, che sinceramente a me parevano un po' assurde, come ad esempio fare le flessioni sulle dita delle mani (AHHHHH), oppure stare immobili per minuti su una gamba sola....ma a dir la verità anche fare le capriole non mi riusciva proprio bene: non le facevo da almeno 20 anni!
Poi, quando cresci ti rendi conto che vi sono posizioni ben peggiori, più scomode e molto, molto più imbarazzanti. La posizione in cui una donna deve stare quando viene visitata dal ginecologo è qualcosa che può traumatizzare: due staffe sostengono le gambe aperte mentre un faro da 1000 watt illumina "a giorno" le tue zone intime che due occhi scrutano da distanza ravvicinata. Cosa può esserci di più imbarazzante?
Se poi quei due occhi appartengono ad una ginecologa come quella che mi si è presentata davanti all'ultima visita le cose sono ancora peggiori: non potevo crederci, quando mi si è avvicinata, in sala d'aspetto, pensavo fosse una qualche addetta alla reception, anche se nemmeno per quel ruolo mi pareva adatta: una signora sui 50 anni, senza camice, pantaloni di flanella e felpa di pile (sì, come quelle che si usano per sciare) scarpe rosse con la para, capelli grigi corti mal tenuti e soprattutto...i baffi.
Una vaga somiglianza con una donna della politica italiana.
Volevo scappare!! Poi quando si è seduta alla scrivania, davanti al computer, ho sperato (ultimo lumicino di speranza) che fosse una segretaria...ma poi, quando ha iniziato a farmi le classiche domande dell'anamnesi, ho dovuto scontrarmi con la cruda e temibile realtà: Rosi Bindi stava per vedermi come pochi possono fare! :-)
venerdì 8 gennaio 2010
Donne, attente a chi vi scalda i piedi...
Odio il freddo.
Poche cose nella vita mi danno fastidio quanto il freddo gelido che punge la pelle del viso, e fa dolorare i piedi intirizziti. Che brutte sensazioni!
Il freddo di questi giorni mi ha costretto a tirar fuori calze di lana e pantaloni dall'armadio. Io porto per lo più gonne, ma con la bora e le temperature assestate sotto lo zero, nemmeno una pazza come me potrebbe avventurarsi per la città con una gonna svolazzante.
Non mi era mai successo da quando vivo in appartamento, ma l'altra sera non riuscivo a dormire per il freddo: il piumino non riusciva a scaldarmi, e mancando anche un uomo che mi scaldasse i piedi (gli uomini a volte servono proprio!) ho deciso di tirar fuori dal cassetto una boule dell'acqua calda inutilizzata da un po' di tempo, guarda caso proprio a forma di cuore, tanto per stare in tema...
Non aveva un bell'aspetto, sui bordi presentava delle pieghe, quasi si fosse "sciolta", ma quando l'ho riempita ho potuto verificare che non spandeva.
Il tepore che emanava mi ha subito dato conforto...altro che un uomo, che per un'oretta ti diverte, poi ti tiene calda, ma di notte da noia, ed al mattino dopo non sopporti più!
Ero proprio contenta, e così riappacificata col mondo esterno (gelido) mi sono addormentata: ebbene, alle 3 di notte mi sono svegliata in un lago!!!
Lenzuola, materasso, piumino, tutto era bagnato. L'idea di entrare in un altro letto intatto e freddo mi atterriva, per cui ho ben deciso (coraggiosa e pazza come sono) di restare dov'ero: spostate le gambe più possibile lontano dalla pozza, ho dormito come mummificata fino alle 7, in una posizione scomodissima e con una sensazione di "umido" mai provata prima.
Una situazione che mi ha subito fatto venire in mente il bellissimo video dei Genesis, in cui Ronald Reagan si sveglia in una pozza d'acqua, paperella compresa.
Quindi la morale di oggi è questa: o chiamate un uomo che vi scaldi, ma che non russi ed al mattino se ne vada senza sporcare, oppure vi comprate una borsa dell'acqua calda come si deve. :-)
lunedì 4 gennaio 2010
No ai rimpianti
Collegandomi al post precedente e ad altri post in cui ho espresso il mio punto di vista circa il fatto che la vita vada vissuta in pieno, voglio ora ritornarci sulla scia di quanto ho sentito e vissuto in questi primi giorni dell'anno.
Stamane, nonostante le previsioni prevedessero copiose nevicate, ho preso il treno e sono partita per un'altra città per dedicarmi ai saldi. Fare compere in compagnia è uno strazio, per cui, senza attendere l'amica che con la scusa del ciclo o solo di qualche paturnia non mi avrebbe comunque accompagnata, ho deciso di godermi la giornata da sola.
Un po' delusa dal fatto che due negozi su tre fossero chiusi (ah, la provincia!), ne è valsa la pena solo per vedere la città: quasi deserta, illuminata dalle luci natalizie, e imbiancata...una favola.
Lo racconto perchè, tra un té caldo e una vetrina, me la sono proprio goduta, ho assaporato la libertà di fare ciò che in ogni singolo momento mi andava di fare, ma ci sono stati anche quei 5 minuti in cui mi son sentita tanto sola, in cui avrei voluto essere lì con qualcuno di speciale...e mentre mi soffermavo su queste sensazioni ho anche riflettuto sul fatto che comunque è sempre meglio vivere che stare fermi ad aspettare che qualcosa accada, è sempre meglio muoversi piuttosto che pigramente ammuffire a casa.
E anche se la malinconia può coglierti per pochi istanti, vale sempre la pena agire, senza aspettare una qualche compagnia - magari pessima - che poi ti fa pensare: era meglio se venivo da sola!
Torno su questo argomento anche riflettendo su ciò che mi ha raccontato ieri il mio amico G.: quando andiamo a cena insieme va a finire che parliamo sempre di C., una ragazza che ha frequentato per parecchio tempo, che ha in qualche modo colpito il suo cuore, ma con cui non c'è mai stato nulla di concreto, e nemmeno di carnale.
G. continua a dire (quasi a volersi autoconvincere) che lei ha un carattere difficile, che è problematica, e che lui non ha voglia di affrontare casini e stare male per una così. Una "così" che però ancora porta nel cuore...
Ha avuto paura, l'ha ammesso ieri sera, ha temuto di farsi male, e ha voluto chiudere ancor prima di scottarsi.
Ecco il rimpianto. Ciò che io rifuggo più che posso. Non voglio dire, coma fa G., "Avrei dovuto provare, avrei potuto viverla, o per lo meno portarmela a letto, e poi chissà..."
Per questo io mi butto in tutte le avventure, cerco di forzarmi in questo, di agire anche se non ne ho voglia, di vivere storie improbabili pur di sentirmi viva.
A volte, anzi spesso, sto male dopo, soffro, ed in quel momento mi pento di aver agito impulsivamente, o di aver dato spazio ad una persona che alla fine si è rivelata diversa da come speravo, o non adatta a me. Ma è solo una sensazione passeggera, perchè seguita poco dopo da un sorriso: se penso a certi episodi, a certe persone conosciute in questi anni, che magari mi hanno ferito, o infastidito, o offeso, ora sorrido, e ne conservo comunque un "ricordo di vita", la mia vita, che breve o lunga che sia voglio sia vissuta al massimo.
A volte, quando questo pensiero mi attanaglia in modo più intenso del solito, penso di mollare tutto e tutti, e partire, per godere di tutto quello che posso succhiare dal mondo. Come il mio colibrì, che mi ricorda il significato del tatuaggio che ho fatto: non sono importanti il passato o il futuro, è importante vivere l´adesso, succhiando il nettare della vita..
E lascio a voi questo brano, uno dei più belli di un film fantastico, tratto da un libro e da una storia altrettanto meravigliosi: Into the Wild.
venerdì 1 gennaio 2010
Voglio vivere spettinata - e non mi riesce difficile
Oggi ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, perciò ho deciso di vivere la vita con maggiore intensità.
Il mondo è pazzo. Decisamente pazzo...
Le cose buone ingrassano. Le cose belle costano. Il sole che ti illumina il viso fa venire le rughe.
E tutte le cose veramente belle di questa vita spettinano...
Fare l'amore spettina. Ridere a crepapelle spettina. Viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare spettina.
Toglierti i vestiti spettina. Baciare la persona che ami spettina. Giocare spettina.
Cantare fino a restare senza fiato spettina. Ballare fino a farti venire il dubbio se sia stata una buona idea metterti i tacchi alti stanotte, ti lascia i capelli irriconoscibili...
Quindi, ogni volta che ci vedremo, avrò sempre i capelli spettinati...
Tuttavia, non dubitare che io stia vivendo il momento più felice della mia vita.
E' la legge della vita: sarà sempre più spettinata la donna che scelga il primo vagoncino sulle montagne russe di quella che scelga di non salire.
Può essere che mi senta tentata di essere una donna impeccabile, pettinata ed elegante dentro e fuori.
Questo mondo esige bella presenza: pettinati, mettiti, togliti, compra, corri, dimagrisci, mangia bene, cammina diritta, sii seria...
Forse dovrei seguire le istruzioni però...quando mi ordineranno di essere felice?
Forse non si rendono conto che per risplendere di bellezza mi devo sentire bella. La persona più bella che possa essere!
L'unica cosa veramente importante: quando mi guardo allo specchio vedo la donna che devo essere.
Perciò, ecco la mia raccomandazione a tutti donne e uomini: Abbandonati, Mangia le cose più buone, Bacia, Abbraccia, Balla, Innamorati, Rilassati, Viaggia, Salta, Vai a dormire tardi, Alzati presto, Corri, Vola, Canta, Fatti bella, Mettiti comoda, Ammira il paesaggio, Goditela e soprattutto lascia che la vita ti spettini!
Il peggio che possa succederti è che sorridendo di fronte allo specchio tu debba pettinarti di nuovo!
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