mercoledì 9 dicembre 2009

Letterina a Babbo Natale


Non capisco quali difficoltà si possano incontrare nel fare regali di Natale. L'unico problema che mi viene in mente è la mancanza di liquidità...ma quello è un altro discorso :-)
Personalmente sono sempre stata un vulcano di idee quando si tratta di spendere per acquisti, se sono per me ancora meglio.
Per gli amici è veramente semplice: è sufficiente pensare a ciò che amano, alle loro passioni, alla loro personalità...per i colleghi e/o i conoscenti a cui si DEVE fare un cadeau perchè altrimenti ci rimarrebbero male, o peggio potrebbero offendersi, beh lì in effetti qualche perplessità potrei anche averla, ma andrei sui classici libro/sciarpa/profumo. Se poi il regalo non è di loro gradimento, chi se ne frega.
Allo stesso modo non comprendo come possa essere difficoltoso fare un regalo alla sottoscritta!!
Sono sufficientemente banale per andare sul sicuro quasi con tutto: ad esempio amo un buon profumo firmato, ma non il profumo Coveri che si usava 20 anni fa e chi mi hanno "rifilato" l'anno scorso. Amo i bei gioielli, anche di bigiotteria, ma non un paio di orecchini di bambù! La Dandy con cose etniche? Non si è mai vista. Eppure un paio d'anni fa mi è stata regalata una cornice per fotografie fatta di VERE foglie secche, originale manifattura africana: a me che amo Tiffany non vi pare un po' stonato regalare qualcosa di equo-solidale?
Ai miei amici ho già pensato, quasi per tutti c'è un pensierino, sia esso una cravatta con Babbo Natale o una pinza chiudi-sacchetti che miagola, una copertina di pile con le mucche o un gancio per borsa da auto (le donne lo capiranno).
Comunque anche quest'anno redigo la mia personale lista di idee regalo...anzi la mia letterina a Babbo Natale...
Dunque, mi servirebbe proprio un calendario da muro, e lo vorrei con i cani, cuccioli o meno è indifferente. Anche con le barche a vela potrebbe piacermi.
Di nuovo, nonostante l'amica Laura ci abbia pensato a febbraio scorso, avrei bisogno di un ombrello da borsetta. Anzi anche di uno grande, in quanto il mio trasparente è andato in pezzi proprio domenica scorsa: la bora ha completamente staccato la parte in plastica, che è volata via, ed io sono rimasta con un moncherino in mano, il solo stelo...mi sono fatta gran risate da sola in quel frangente.
Nella mia camera sarebbe proprio utile una mensolina Ikea, blu sarebbe perfetta. Forma a mezza-luna, se possibile, e diametro massimo 30 cm.
Anche una chiavetta USB a forma di animale mi farebbe piacere, così come una risma di carta A4 di buona qualità ed un apparecchio fax, tanto per rimanere in tema cancelleria.
A proposito di lavoro, regalo gradito, anche se piuttosto esoso, sarebbero i 4 Codici, possibilmente commentati dalla giurisprudenza.
Altrettanto gradito un abbonamento mensile (o anche di più!) all'autobus, linea intera città, cioè €29,00. Ed anche pagare la multa che ho preso per divieto di sosta (€97,00 compresi i costi di notifica) sarebbe un gesto simpatico no?
Infine, per passare a cose più piacevoli, metterei sotto l'albero un bel buono per uno o più massaggi, per un week-end in qualche località di montagna con annesso centro benessere, un buono per un paio di trattamenti nel mio salone preferito (e questo grazie alla saggezza di Paola è già capitato!) oppure un ciclo di lampade abbronzanti...che essere spettinati e pallidi a capodanno non è affatto bello.
Ecco qui...in sincerità non sono stata tanto buona quest'anno...ma per tutto il resto c'è mastercard.

Colazioni...


9.35 del mattino, autobus numero 15. Davanti a me siede un ragazzino, avrà sì e no 16 anni, ed i brufoli dei 16 anni sul viso. Sgranocchia Wackos, nota (ai più giovani) marca di patatine fritte. Ai miei tempi, per i più arditi, c'erano le Dixi, al massimo le Sticki.
Beh, l'odore delle patatine confezionate, che normalmente mi avrebbe fatto venire l'acquolina e voglia di strappargliele dalle mani per strafogarmici dentro, alle 9.35 del mattino, nell'ambito ristretto e sobbalzante dell'autobus, mi ha fatto venire la nausea.
Ed allora mi sono soffermata a riflettere sui nuovi adolescenti, e mi son sentita...vecchia!
Ho fatto pensieri simili a quelli che sentivo quando avevo 14 anni e facevo il risvoltone ai jeans.
In effetti quando vedo pantaloni calati sul sedere, che magari lasciano intravedere ciò che dovrebbe stare al chiuso, oppure piercing in luoghi improbabili, spille da balia sui lobi, capelli blu, o altre bizzarrie simili, non posso fare altro che biasimare chi si concia in tal modo, o criticarlo, come facevano con me "i grandi" 20 anni fa. Ma vi pare giusto?
No, no e no. Per cui ho subito sorriso di questa mia debolezza, e mi sto sforzando di non ricaderci. Anzi, per entrare meglio nella parte ho deciso di farmi un piercing pure io.
Dopo il tatuaggio, che giace nell'ombra nascosto da tutti (o quasi), un altra rivoluzione avverrà, ed anche in questo caso rimarrà piuttosto "intima", diciamo...sobria :-)

mercoledì 2 dicembre 2009

A ognuno il suo


Ognuno ha il suo personale modo di utilizzare il cellulare, ma mi vorrei soffermare sulla digitazione dei tasti, perchè mi è capitato di osservare un 35enne utilizzare il dito indice della mano destra. Solo quello. E non aveva un IPhone, il quale, come saprete, è dotato di un touchscreen, quindi permette l'utilizzo del dito indice, o, se l'unghia non permette, di una pennina.
Insomma, questo giovane uomo utilizzava la tastiera del suo moderno cellulare come mio nonno.
I più abili invece utilizzano ambedue i pollici, in modo da risparmiare tempo, e chi usa il t9 della Nokia diventa ancor più veloce. Io a scrivere un sms di 120 caratteri ci metto pochi secondi...ho fatto molta pratica.
Ritengo sia un modo di comunicare veloce, poco dispendiso, comodo, non invadente, e pure divertente. Sono stata corteggiata via sms, ho litigato via sms, ho pianto dopo un sms, ed ho fatto anche qualche gaffe via sms.
Ricordo un paio d'anni fa, Cindy, la mia migliore amica che ora abita a 200 km da me, dopo essersi fidanzata e poi sposata, rimane incinta. I suoi sms in quel periodo, che per me invece risultava particolarmente difficile, oltrechè sempre in ritardo rispetto ai miei (nel senso che mi rispondeva dopo 6/8 ore), riguardavano esclusivamente il marito e il futuro bebé, tanto che li trovavo quasi fastidiosi, tanto erano stucchevoli ai miei occhi.
Fatto sta che, nell'impeto di rabbia che mi ha mosso le dita, ho scritto in fretta un sms dal tenore bellicoso, "La Cindy parla solo di lei e del figlio, mai che mi chiedesse come sto io, non la sopporto più". Ebbene, ho sbagliato tasto e l'ho inviato A LEI!!!
La sua risposta via sms è stata immediata, in quel caso, ma non ci crederete: ci siamo chiarite via sms, e la nostra amicizia si è rivelata ancor più salda di prima. Lei ha capito che io ho problemi diversi dai suoi di mamma, ma non per questo meno importanti, ed io cerco di essere più tollerante.

martedì 24 novembre 2009

I 3 test


Quali sono i test cui sottoponete una persona quando iniziate a frequentarla? Quali sono le cose che per prime osservate nell'altro per valutarne la possibile frequentazione? Ovviamente non mi voglio soffermare su alcune caratteristiche che do per scontate nella mia dissertazione, ma che purtroppo troppo scontate non sono: bella presenza, igiene personale e gentilezza di modi (dicasi educazione).
Elementi questi che, seppur calibrabili a seconda di ciascuno di noi (conosco donne che stanno con dei cafoni dai capelli unti!), restano per me imprescindibili, e vengono dunque da me esclusi dal test: all'evidenza, se mancano, non c'è nemmeno bisogno di considerare altro!
Il primo test che metto in gioco nel mio personale metro di valutazione è dato dal modo di vestire. Scontato direte voi! Ebbene sì, se un uomo mette la cravatta gialla con la camicia marrone, i calzini a coste beige a metà polpaccio, o i pantaloni gli arrivano alla caviglia, permettetemi di correre via a gambe levate!
Ma anche qualcosa di sdrucito, o consunto, o che sa "di vecchio" non mi garba, anche se è vintage o è firmato D&G...
Metto in questo ambito anche le scarpe ovviamente, una delle cose che più ti parla di una persona prima ancora che apra bocca: se porta scarpe a punta di vernice o stivali texani col gessato, per me ha finito di respirare.
E del taglio di capelli vogliamo parlare? Gusti son gusti, ma a me l'uomo col capello di media lunghezza finto - o vero - scompigliato/trasansato, fa solo pena, e trovo anche ridicoli certi pizzetti intarsiati che probabilmente richiedono grande maestria, ma che a me risultano solo fastidiosi. La c.d. mosca sotto il mento mi spiegate che senso ha?
Il mio secondo test è la guida: l'uomo che guida male, che è titubante, o che va troppo piano, avrà pure tutti i punti della patente, ma perde punti ai miei occhi.
Se uno è abile al volante lo è anche nella vita, nonchè a letto. Se un uomo non sa parcheggiare, o in montagna fa venire la nausea dopo 2 tornanti, oppure rispetta i limiti di velocità, tipico del guidatore familiare della domenica, è uno sfigato.
Questo penso, dite ciò che volete. Ovviamente dev'essere abile ma non troppo spericolato, perchè ciò sarebbe segno di poco equilibrio, quindi il calibro dev'essere ben misurato.
Infine il terzo test: il bacio. Ho conosciuto ragazzi che baciavano malissimo, ad esempio sbavavano, bagnando tutto intorno alla bocca, oppure mordevano le labbra coi denti (che male!), o ancora baciavano con la bocca chiusa. Sex & the city docet...in questa puntata Charlotte incontra un esempio di uomo-lumaca, o slacai nel mio dialetto locale. :-)
Se non c'è feeling nel bacio, beh è inutile insistere, non c'è speranza: donne, non cadete nell'errore di credere che cambierà, che voi riuscirete ad "addestralo" facendogli da nave-scuola...no, no, no, un ragazzo a 20 anni già dovrebbe avere le idee chiare su come si tratta una donna, anche se non ha tanta esperienza.

domenica 22 novembre 2009

Un peloso per amico/fidanzato



Ho deciso: dopo averli visti sugli scaffali con varie forme di cioccolato, dopo averlo mangiato (SIC) a pranzo per Pasqua, ho deciso di prendere un coniglio nano che mi faccia compagnia. L’ho già conosciuto: è marroncino, col muso bianco. Ora la mia difficoltà è questa: IL NOME. Non ho molte idee, quando i miei prendono un cane vanno sul sicuro, mettendogli sempre lo stesso nome, ed aggiungendo un numero: Charlie VI è quello che dorme sulla mia pancia dal 2001 ad oggi. Però io trovo che non sia così semplice scegliere il nome per un cane/gatto/uccellino/coniglio: dev’essere simpatico, ma non ridicolo, corto e mai banale (scartiamo subito Boby per un cane, e Tippete per il coniglio) Quindi vi chiedo aiuto. Datemi qualche idea!!

mercoledì 18 novembre 2009

Vittime


Eccoli là, i genitori vittime dei loro figli. Quelle scene che mi fanno talmente rabbia e paura, che cementano in me ancor più la mancanza di qualsiasi voglia di avere discendenti.
In un negozio, stamane, 2 genitori e 2 figli, ambedue grandicelli, uno avrà avuto già 3-4 anni, e ancora stava in passeggino. L'altro urlava come un ossesso, gridava cose senza senso, tipo "Voglio la mamma" e la mamma era lì al suo fianco.
Il papà lo rimproverava, cercava di calmarlo, e non riuscendoci con le buone lo prendeva a scappellotti sul sedere. Ma quello niente, come se niente fosse continuava nei suoi capricciosi lamenti.
La mamma ad un certo punto si è voltata verso di me ed altri presenti, quasi invocando aiuto, ma i nostri sguardi erano solo di biasimo. Qualcuno probabilmente provava anche pena, io no. So sono arrivati a quel punto c'è un motivo: sono 2 genitori assenti, senza polso. Ne ho avuto la conferma dopo: il più grande se ne stava stravaccato in passeggino pur avendo la facoltà di camminare e correre da diversi anni ormai, l'altro sulle spalle del papà. Il grande mangia un panino, e dopo qualche boccone lo da alla madre: "Non mi va più" con un tono da padrone a serva. Che tristezza, lei che si riprende il panino e lo mette via, con fare servizievole.
Due genitori vittime di se stessi e di ciò che hanno creato. Chissà negli anni a venire. Auguri.

giovedì 12 novembre 2009

Balena o sirena?


Qualche tempo fa, sulla vetrina di una palestra, comparve un manifesto che rappresentava una ragazza spettacolare, accompagnata dalla scritta: QUEST'ESTATE VUOI ESSERE SIRENA O BALENA ?
Si dice che una donna, di cui non ci è pervenuta la tipologia fisica abbia risposto alla domanda in questi termini:
"Egregi signori, le balene sono sempre circondate da amici (delfini, foche, umani curiosi), hanno una vita sessuale molto vivace, ed allevano dei cuccioli che allattano teneramente. Si divertono come pazze coi delfini, e si strafogano di gamberetti.
Nuotano tutto il giorno e scoprono posti fantastici come la Patagonia, il mar di Barens o le barriere coralline della Polinesia. Cantano benissimo e registrano talvolta dei CD. Sono impressionanti e sono amate, difese ed ammirate da quasi tutti.
Le sirene non esistono. Ma se esistessero farebbero la fila dagli psicologi in preda ad un grave problema di sdoppiamento della personalità (donna o pesce?).
Non avrebbero vita sessuale perché ucciderebbero tutti gli uomini che si avvicinano (e del resto come farebbero)? Non potrebbero fare neanche bambini.
Sarebbero graziose, é vero, ma solitarie e tristi. E del resto chi vorrebbe vicino una ragazza che puzza di pesce?
Non ci sono dubbi, io preferisco essere una balena.
In quest'epoca in cui i media ci mettono in testa che solo le magre sono belle, io preferisco mangiare un gelato, cenare con un uomo che mi piace, bere un vino rosso coi miei amici.
Noi donne prendiamo peso perché accumuliamo tanta di quella conoscenza, che nella testa non
ci sta più e si distribuisce in tutto il corpo. Noi non siamo grasse, siamo enormemente colte."

Ogni volta che vedo il mio sedere in uno specchio penso 'Mio Dio, come
sono intelligente!"

sabato 7 novembre 2009

This is it...


Ieri sera sono andata a vedere il film su Michael Jackson.
Avrei dovuto andarci con un'amica lunedì scorso, ma poi un imprevisto me l'ha impedito...così ieri sera ho deciso che valeva la pena andarci anche da sola.
E ne è valsa veramente la pena.
La sala non era piena come mi sarei aspettata da un evento che comunque sarà visibile solo per 2 settimane, ma i presenti erano, come me, molto presi dalla proiezione.
Tante canzoni storiche di MJ, alternate ad una serie di filmati tratti dalle prove dello show che avrebbe dovuto presentare a Londra, e poi in tutto il mondo. Uno spettacolo di musica ed emozioni incredibile, perchè lui era una persona fuori dal comune, un artista creativo, attento e sincero.
Non ho mai creduto a tutte le calunnie che in vita lo hanno rovinato, dalla pedofilia alla mania salutista, anche se vederlo com'era negli ultimi anni, bianco ed emaciato, non poteva non far pensare a plastiche facciali e manie da star.
Ma mai ho pensato che Graceland potesse da lui essere considerato un modo per attirare le attenzioni morbose dei bambini.
Lui semplicemente era un puro, un ingenuo, che ha sofferto troppo da piccolo, e che si è portato fino alla morte quei turbamenti e quei soprusi che ha dovuto subire, da suo padre, dalla famiglia, o da terzi, non lo so.
So solo che ha composto canzoni stupende, con un "qualcosa" che le distingue da altri genere musicali, e che rimarranno nella storia. Che ancora piacciono, che ancora si fanno ballare, e che ancora emozionano.
Ne ho molte preferite, da Man in the Mirror, alla fantastica Earth song, a Can't stop loving you, e decine di altre.
Un genio. Abbiamo perso un genio.

sabato 31 ottobre 2009

Portoghese...


Ho voglia di tediare i miei lettori parlando nuovamente di autobus...sarà che lo prendo spesso, ma è un argomento che torna prepontemente nel mio blog! :-)
La scorsa estate l'ho evitato come la peste, perchè proprio la peste temevo di prendere...a parte gli scherzi, col caldo la cabina di un bus sa diventare una camera a gas, calda, umida, odorosa...stare nella calca gomito gomito (sudato) con altri soggetti non entrava proprio nelle mie corde di contessa. ;-)
Ora ho ricominciato, nonostante gli allarmismi sull'influenza H1n1 che pare si propaghi in modo molto veloce sui sostegni bluastri dei mezzi pubblici, e lo faccio volentieri: mi porta in relativamente breve tempo a destinazione o quasi, mi permette di mettere le mie adorate scarpe col tacco 12, e soprattutto si rivela un mezzo molto economico...anche perchè 2 volte su 3 non timbro il biglietto.
Ecco, l'ho detto. Portoghese, ebrea rabbina, genovese, chiamatemi come volete, ma 29,00 euro al mese di abbonamento mi paiono troppe, e 1,00 euro per 8 minuti di corsa un furto.
Seguo ovviamente una mia tecnica: se viaggio di giorno, in orari "pericolosi", tengo il biglietto a portata di mano, mi siedo dove ho una buona visuale delle porte, e comunque conosco bene le fermate più gradite dai controllori. Se invece sono passate le 19.00 so per certo che nessuno mi chiederà mai il titolo di viaggio, e me ne sto tranquilla.
Visto che sono così tirchia, dovrei anche smettere di bere il caffè al bar direte voi...
Il fatto è che a casa non riesco a prenderlo, un po' perchè non ne ho materialmente il tempo, visto che mi sveglio sempre all'ultimo momento, un po' perchè non mi piace il caffè della moka. Al bar, se entro le 10.00 prendo un americano con acqua a parte, se dopo le 10.00un macchiato, o "capo" come dicono qui. Almeno ammortizzo i soldi che costa! Pagare un misero caffè liscio (che poi si riduce al fondo della tazzina) 1 euro mi pare un'esagerazione!
Altra soluzione? Ovviamente farselo offrire ;-)

mercoledì 28 ottobre 2009

La Donna Selvaggia


Che siate introverse o estroverse, donne amanti di donne o di uomini, o di Dio, o tutto insieme, che possediate un cuore semplice o le ambizioni di un'amazzone, che stiate cercando di arrivare in cima o soltanto a domani, che siate mordaci o tetre, regali o impetuose, la Donna Selvaggia vi appartiene.
Appartiene a tutte le donne.
Per trovarla, ognuna di noi deve tornare alla sua vita istintiva, alla sua più profonda sapienza.
Cantiamo dunque la sua carne che torna a coprire le nostra ossa. Lasciamo cadere i falsi manti che ci hanno dato. Indossiamo il manto autentico dell'istinto possente e della conoscenza.
Infiltriamoci nei territori psichici che un tempo ci appartenevano. Sciogliamo le bende, prepariamo il balsamo Torniamo a essere, ora, le donne selvagge che ululano, ridono, cantano Colei che ci ama tanto.
Per noi la questione è semplice. Senza di noi la Donna Selvaggia muore. Senza la Donna Selvaggia siamo noi a morire. Para Vida, tutte dobbiamo vivere.
Da "Donne che corrono coi lupi" di Clarissa Pinkola Estés.

giovedì 22 ottobre 2009

Portoghese


Ho voglia di tediare i miei lettori parlando nuovamente di autobus...sarà che lo prendo spesso, ma è un argomento che torna prepontemente nel mio blog! :-)
La scorsa estate l'ho evitato come la peste, perchè proprio la peste temevo di prendere...a parte gli scherzi, col caldo la cabina di un bus sa diventare una camera a gas, calda, umida, odorosa...stare nella calca gomito gomito (sudato) con altri soggetti non entrava proprio nelle mie corde di contessa. ;-)
Ora ho ricominciato, nonostante gli allarmismi sull'influenza H1n1 che pare si propaghi in modo molto veloce sui sostegni bluastri dei mezzi pubblici, e lo faccio volentieri: mi porta in relativamente breve tempo a destinazione o quasi, mi permette di mettere le mie adorate scarpe col tacco 12, e soprattutto si rivela un mezzo molto economico...anche perchè 2 volte su 3 non timbro il biglietto.
Ecco, l'ho detto. Portoghese, ebrea rabbina, genovese, chiamatemi come volete, ma 29,00 euro al mese di abbonamento mi paiono troppe, e 1,00 euro per 8 minuti di corsa un furto.
Seguo ovviamente una mia tecnica: se viaggio di giorno, in orari "pericolosi" tengo il biglietto a portata di mano, mi siedo dove ho una buona visuale delle porte, e comunque conosco bene le fermate più gradite dai controllori. Se invece sono passate le 19.00 so per certo che nessuno mi chiederà mai il titolo di viaggio, e me ne sto tranquilla.
Visto che sono così tirchia, dovrei anche smettere di bere il caffè al bar...sarebbero ben 30 euro al mese risparmiate, se fate due conti!
Il fatto è che a casa non riesco a prenderlo, un po' perchè non ne ho materialmente il tempo, visto che mi sveglio sempre all'ultimo momento, un po' perchè non mi piace il caffè della moka. Al bar, se entro le 10.00 prendo un americano con acqua a parte, se dopo le 10.00 un macchiato, o "capo" come dicono qui. Almeno ammortizzo i soldi che costa...che un misero caffè liscio (che poi te ne danno il fondo della tazzina) costi ben 1 euro mi pare proprio un'esagerazione!
Altra soluzione? Ovviamente farselo offrire ;-)

Open


Mi dicono molte persone che la città dove abito da un paio d'anni è una "città chiusa". Tutto è relativo. Io la trovo una città bellissima, per l'architettura che la caratterizza, per la natura che la circonda, per il mare che ha in fronte e i monti che ha alle spalle, per i palazzi di austera atmosfera, gli angoli affascinanti quando meno te li aspetti. Ed oltre che bellissima, vivace e giocosa. Certo nelle serate uggiose c'è poca gente in giro, e non trovate la ressa fuori dai locali, ma nelle belle giornate, nei pomeriggi del sabato, nelle fresche mattine della domenica, pulsa, ride, vive.
Proprio ieri una collega originaria di Napoli si lamentava con me del fatto che la città è chiusa: trasferitasi qui col marito dice di aver affrontato grossi ostacoli di integrazione, sebbene adesso abbia un bel giro di amicizie (almeno questo ha ammesso). "Chiedevo informazioni sull'autobus e mi guardavano male" e ancora "Vedere un'anziana che sta male per strada e nessuno che l'aiuta"...mah, a me sinceramente non è mai successo, anzi ho visto scene di solidarietà, gentilezze e cordialità. Sarà perchè è napoletana? ;-)
Io sull'autobus parlo sempre con tutti, in pochi mesi ho stretto qualche amicizia e molte conoscenze, e se per strada o nei negozi mi attaccano bottone, me lo faccio attaccare volentieri, chiacchierona come sono! ;-)
E' ben vero che all'inizio è stata dura, trascorrevo le serate dei week-end sul divano e quando passavo accanto a gruppetti di amici con lo spriz in mano mi sentivo sola e mi prendeva la malinconia.
Ora ogni metà settimana mi siedo con un bicchiere davanti a chiacchierare con l'amico Giuliano, e le occasioni per uscire in compagnia non mi mancano.
Nei primi mesi di frequentazione della palestra non parlavo con nessuno o quasi: facevo la mia lezione di spinning, osservavo tutti, facevo le mie considerazioni, e me ne tornavo a casa. Ora andarci è un piacere, conosco quasi tutti, rido e scherzo con i miei amici dello spinning,e mi sento a casa.
Stessa cosa posso dire del posto di lavoro: in breve tempo cerco di farmi apprezzare per i miei lati migliori, e mi faccio voler bene grazie alle "pazzie" che invento.
Mi si fa notare come per me sarebbe più facile perchè sono simpatica. Non è solo questione di simpatia, o di spigliatezza: bisogna farsi conoscere, aprirsi agli altri, altrimenti sarà impossibile legare con chiunque.
Ciò che fa la differenza, ovunque, è l'atteggiamento, il calore di un sorriso, l'apertura nei confronti anche degli sconosciuti.
Non ho mai avuto difficoltà a fare amicizia, ma devo anche poter trovare un feedback positivo: quello che mi da fastidio è lo snobismo, specie se abbinato al provincialismo, entrambe cose che ho lasciato, senza rimpianti, nella città in cui abitavo prima. Mi diranno i miei lettori di là che non è vero. Tutto è relativo :-)
p.s. Ah, mi danno fastidio anche gli extracomunitari che per strada tentano di vendermi braccialetti, e intralciando il mio cammino mi chiedono "Sei arrabbiata?" E io rispondo sì, con te. Ecco, con loro non sono per niente amichevole.

domenica 11 ottobre 2009

Le giornate-divano


Passate mai delle giornate-divano? Le giornate-divano sono quelle in cui ci si alza tardi, ci si trascina in casa in pigiama fino alle 2, si spilucca qualcosa dal frigo senza cucinare né fare un vero e proprio pasto, si tiene la tv accesa e il telecomando in mano,ed in mancanza di programmi interessanti o stufi di programmi spazzatura, si infila un DVD e si vede un film strappa lacrime.
Ovviamente ciò a prescindere dall'umore che ci attraversa, anche se devo ammettere che nella maggior parte dei casi la giornata-divano è caratterizzata da un certo malumore, o per lo meno da un po' di malinconia o dicasi...scazzo.
Tutti prima o poi passano una giornata-divano, anzi c'è anche chi ne passa proprio tante, troppe a mio vedere, specialmente nella stagione invernale.
A me è successo e penso che sia stato in quel momento quasi...terapeutico, anche se alla sera di solito arrivo stanca, quasi rintronata, spossata...
La sensazione che ho il giorno dopo, quando sorge il sole, è quella di aver buttato via una giornata, delle ore preziose che avrei potuto usare per fare qualsiasi cosa, scoprire cose nuove, respirare l'aria, camminare, pescare, dipingere, cantare, scrivere, insomma ESSERE.
Pensate se vi dicessero che avete solo tot giorni di vita, non vi sentireste dei grandi cretini ad aver sprecato anche solo 12 ore?
Quest'anno avrei voluto fare la Barcolana in barca, ma per una serie di motivi non ho potuto farlo...tutti mi dicono: Tranquilla, la farai l'anno prossimo!
L'anno prossimo? Tra 364 giorni? Chissà dove sarò, come starò, se potrò...bisogna cogliere al volo le occasioni della vita, e così il suo succo, per quanto si può.
Vorrei succhiare l'essenza della vita viaggiando, esplorando, facendo cose che mai avrei creduto di voler e poter fare, tipo buttarmi col paracadute, farmi un tatuaggio o mangiare cavallette (!)...
Queste giornate-divano passano via senza infamia né lode.

mercoledì 16 settembre 2009

Una vita non basta


Ecco un'altra delle mie fasi di crisi in cui penso vorrei cambiare tutto di me e della mia vita. Non sono triste, né insoddisfatta, anzi sono ottimista circa il futuro. Ma in un angolino della mia mente si affaccia un pensiero...CAMBIAMENTO.
Molla tutto e vai in Messico ad aprire un baretto sulla spiaggia? Sì perchè no, se è ciò che senti di fare.
Io purtroppo per lungo tempo ho avuto la testa annebbiata da un sacco di merda lasciatemi in eredità da un'infanzia con alcuni pregi e molti difetti, e da una crescita diciamo un po' "strana". Ma in fondo chi non è strano visto da vicino?
Tornando a me, ebbene sto leggendo un libro appassionato e appassionante, che è "Donne che ballano coi lupi", un libro "difficile", non per niente troverete chi vi dirà che non è riuscita a finirlo, tanto è pregno di significati, a volte veramente celati ai nostri occhi. SIAMO CIECHI! Io ho avuto la possibilità di iniziare un po' ad aprirli questi occhi miei, e lo sto leggendo con attenzione, anche per me è ancora misterioso in certe parti, ma molto, molto educativo.
Il succo? Ritrovare la natura selvaggia, che non significa non lavarsi e mangiare con le mani, ma ripescare alla nostra natura più innata, più consona, riprendere le nostre radici che ci sono state tolte tanti anni fa.
Così a volte, soffermandomi su alcuni spunti, mi pare di stare sprecando la vita, che è così preziosa, così breve. E che dovrei muovermi, prendere coraggio, quel coraggio che ci manca ogniqualvolta si affronta un cambiamento, e partire, per un viaggio SOLO mio, interiore, e lasciare perdere il lavoro, che non ho scelto, la casa dove abito, che non ho scelto, il paese, che non ho scelto, e ritrovare la vera Dany, quella che è così com'è.
Da piccola amavo "esibirmi", ma non era bene. Scrivevo a macchina un romanzo, ma chissà che fine ha fatto, non stava bene perdere tempo.
Adoravo gli animali, e i cani mi riepiono il cuore, ma ora, dove sono, non ne posso tenere...e non mi decido nemmeno a prendere un coniglio.
Non va bene tutto questo, non posso buttare via altro tempo.
Il coraggio? Mi manca, ancora mi manca, ma ci sto lavorando.
Un passo tratto da Mediterraneo, di Salvatore, che non è un capolavoro della cinematografia, ma mi ha divertito molto, e soprattutto mi ha fatto riflettere...
"Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee.
Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? ...perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo. Un puntino nell'universo."

sabato 29 agosto 2009

La compagnia delle Indie (?)


Vivere in barca 24 ore su 24 non è stato facile...posso dire che, per la mia esperienza, diventa sempre più facile man mano che passano i giorni, fino però all'esasperazione quando le altre 9 teste pensanti a bordo non iniziano a rompere le palle. Per i primi 3 giorni infatti esiste un certo rispetto reciproco che porta ognuno a comportarsi a modo, con gentilezza e senza calpestare i diritti altrui...dopo il terzo giorno ognuno si vuole fare i cavoli propri, e comunque non intende più scendere a compromessi: e lì è il caos. Se manca un leader, che dovrebbe a mio parere lo skipper, la ciurma va a remengo.
I primi 3 giorni in barca sono stati i più belli, ci si scopriva a vicenda, si facevano domande neutre, della serie "Tu cosa fai nella vita?" o "Sei sposato, hai figli?", e ognuno si adattava a ciò che faceva la massa. Superato il giro di boa del terzo giorno, le confidenze diventano più intime, e si comincia a chiedere "Com'era fare sesso col tuo ex?" o "Quale partito politico hai votato alle ultime elezioni?".
Inoltre ognuno si sente libero di fare ciò che meglio gli aggrada, quindi alcuni PRETENDEVANO di scendere a ogni porto per fare colazione con cappuccino e briosche, oppure di fare ogni sera la doccia calda col sapone. Ovviamente si sono così creati 2 gruppi ben distinti, quelli del cappuccino che profumavano, e quelli delle fette biscottate a bordo coi capelli stopposi e non certo adoranti di mughetto. Io facevo parte di questo secondo gruppo: sì, la snob, quella che cambiava orecchini ogni giorno per averli in tinta col costume, ebbene desiderava stare sempre a bordo, e si accontentava di una doccia fredda con la sola acqua di cisterna. Io sapevo a cosa andavo incontro, e ho pagato per stare in barca, e andare a vela. Il cappuccino me lo bevo quando torno alla noiosa vita cittadina...
Mi sono adattata a fare tutto: i bisogni in un bagno di 1/2 mq, con la tazza (anzi la tazzina, vista la sua ampiezza) che ballava insieme alle onde, e lo scarico a pompa; mangiare in 10 su un tavolo da 6, su piatti di plastica e bicchieri col nome che dopo 2 giorni erano inguardabili, camminare su un ponte pieno di verricelli e cordoli che puntualmente tranciavano i piedi, prendere il sole sdraiata su pannelli solari che diventavano roventi, dormire in un letto durissimo largo 50 cm e lungo 170, con la finestra sopra la testa, che al mattino il sole mi accecava...Però è stato stupendo guardare da quell'oblò il cielo stellato della notte, e sentire su quel letto duro l'ondeggiare del mare, e mangiare pesce spada appena pescato sui piatti di plastica, e brindare con 9 persone tutti appiccati allo stesso tavolino, e preparare la colazione sotto coperta per poi portarla sopra pezzo per pezzo attraverso una scaletta ripida e scivolosa, che ogni volta pensavo di cadere e farmi male...e il mare, la costa, i pesci, il sale sulla pelle scura, le vele tese al vento, i comandi dello skipper, e noi tutti a fargli da eco.
Sono successi dei bei casini in questa vacanza, qualche litigio penso sia fisiologico, ma posso dire di essere stata fortunata perchè assegnata ad un equipaggio composto da persone sole tra i 35 e i 55 anni, ma non solo: anche che amavano mangiare e bere! Il che non è un dato trascurabile...quindi, se la mia recondita speranza era quella di perdere qualche etto durante questa vacanza, anche questa volta dovrò rassegnarmi ;-)

lunedì 24 agosto 2009

La barcaccia


Eccomi qui, col mal di terra dopo aver chiuso col mondo per 7 giorni.
E' stata 1 esperienza bellissima e mi sono divertita tantissimo, anche se ci sono stati momenti difficili.
Penso sia fisiologico che dopo qualche giorno di convivenza in uno spazio così ridotto 10 persone possano creare qualche tensione, i caratteri vengono allo scoperto, e il rispetto reciproco inizia a venir meno...
Eravamo in 10, 8 passeggeri e 2 dell'equipaggio, in una barca di 17 metri costruita per 7 persone, stretti come sardine.
Alcuni di noi volevano stare a bordo quasi sempre, dormire in rada e vivere appieno il mare, altri volevano scendere spesso, anche per fare colazione con cappuccino e briosche. E ciò ovviamente si rifletteva su tutti, perchè i tempi cambiavano notevolmente: mi domando perchè allora questi soggetti abbiano scelto di fare una vacanza in barca! Io volevo staccare da tutto questo, tv, giornali, ristoranti, ecc.e mi sono adattata, per 2/3 giorni non ho fatto la doccia col sapone, ho mangiato appollaiata ad un cordolo, e ho passato ore sotto il sole cocente. Sapevo a cosa sarei andata incontro.
Ho conosciuto persone fantastiche, e all'imbarco, quando si stavano creando i gruppi da assegnare alle barche, ho avuto un sesto senso che mi ha fatto capire subito quali fossero le persone più simili a me, più simpatiche: e così ci siamo trovati affiatati, e le nostre personalità si sono amalgamate con poca difficoltà. Ovviamente parlo generalizzando, perchè la gatta morta che c'era a bordo l'avrei volentieri gettata a mare...ma anche questo fa parte del pacchetto.
Un'esperienza unica, vedere il mondo dal mare, veleggiare, vivere scalzi, cucinare pesce appena pescato, scopire personalità strambe, diverse dall'usuale, come quella di Andrea,che d'inverno vive con un asino in una cascina in Toscana dove produce formaggio, e d'estate gira il Mediterraneo come aiuto skipper, pesca in apnea con la fiocina, e cucina divinamente. Ed è anche un gran amatore di donne, visto che regolarmente ci prova con tutte, "basta che respirino".
Mi sento arricchita, e più forte perchè ho saputo affrontare tutto questo da sola.

domenica 16 agosto 2009

Vela

Penso di essere ammattita: sto per fare 7 giorni in barca a vela con 7 sconosciuti.
Sì, una crociera con imbarco singolo, direzione Capraia e Corsica, con persone mai viste.
Sarà un'avventura, questo è certo: dividere una spazio così piccolo, in mezzo al mare, richiede un certo carattere. Lo spirito giusto ce l'ho, speriamo di trovare persone altrettando ben disposte.
Quando tornerò vi racconterò tutto.

domenica 9 agosto 2009

Addio Dolly...


Dolly, te ne sei andata ieri. Io non ti ho visto (per fortuna), ti ha trovata mio papà esanime, sembrava dormissi ma avevi gli occhi aperti, e non respiravi più.
11 anni per un cane di questa taglia è un'età molto avanzata, per cui ce l'aspettavamo da un momento all'altro: avevi un po' di artrosi agli arti posteriori, e problemi di digestione, ma stavi piuttosto bene e ti davamo il meglio del meglio, i cibi migliori e delle medicine da 30 euro a pastiglia.
Mi mancherai Dolly, così affettuosa, così dolce, così giocosa. A 11 anni ancora volevi che ti lanciassi la pallina, per rincorrerla e portarmela...quando eri giovane te la tiravo più lontano possibile, e non ti stancavi mai, ora mi limitavo a qualche metro, per non farti fare sforzi inutili.
Mi mancherà la tua lingua Dolly, che usavi spalmare sulle mie gambe, sulle mani, ovunque fosse possibile per manifestare il tuo amore.
Mi mancheranno i tuoi ululati quando sentivi la sirena di un'ambulanza o dei Vigili del fuoco, e mi mancheranno le tue paure quando coi fuochi d'artificio della sagra paesana ti rifugiavi in camera mia.
Mi mancheranno i tuoi occhioni nocciola così espressivi, così dolci...
Quando nel 2002 è arrivata quella peste di Charlie tu gli hai fatto da mamma, e quando lui ti tormentava perchè voleva giocare sempre e comunque, tu sopportavi tutto, ti facevi persino mordere la lingua, e mettere la sua testolina tra le tue fauci. Ma tu non hai mai fatto male a una mosca.
Dolly: il nome che ti abbiamo messo, sull'onda della pecora clonata nell'ormai lontano 1997, ti si adattava proprio, perchè tu della cattiveria che vogliono attribuire alla razza dei Rottweiler non ne avevi nemmeno un po'.
Sono molto triste perchè non ci sei più, qui vicino a me, e solo chi ha amato o ama un animale sa cosa provo. Per nostra grossa fortuna i cani danno tanto amore, tanta gioia, tanti sorrisi, ma alla fine lasciano anche qualche lacrima. Fa parte del gioco, fa parte dell'esistenza.

mercoledì 5 agosto 2009

Frusta!


Leggendo il titolo di questo post e guardando la foto qui a fianco potreste pensare che io abbia deciso di darmi al sesso estremo, al bondage o ad altre curiose attività...niente di tutto ciò. Semplicemente giovedì scorso sono stata tamponata, e dopo 7 ore al Pronto Soccorso mi è stato prescritto un bel collare ortopedico...
Sono rimasta incastrata tra 2 auto, come un sandwich, e la peggio l'ho avuto appunto io: un bel SUV della Nissan mi è entrato nel baule, ed in conseguenza dell'urto ho a mia volta tamponato l'Alfa Romeo GT ferma davanti a me.
Come sempre cerco di prendere la cosa col sorriso, anche se avrei preferito passare la pausa pranzo al mare anzichè in un bar a compilare il modulo blu.
Certo come si dice in questi casi "Può succedere a tutti", ma in ogni caso saprò far valere le mie ragioni, ho un pool di avvocati alle mie spalle ;-) x ovvi motivi che ben conoscete.
Il collare bianco è un colpo d'occhio sull'abbronzatura, ma mi da quel tocco chic che mi mancava.

mercoledì 15 luglio 2009

Guerra fra donne


Non fatemi dire le solite cose scontate, e cioè che noi donne dobbiamo depilarci, soffrire ogni 28 giorni, subire gli sbalzi ormonali e partorire con dolore, ma a queste cose fa da contraltare quel poco di galanteria, che induce ancora oggi gli uomini, alcuni per lo meno, ad essere gentili con noi.
Ebbene, tanto riusciamo con un sorriso ad ammorbidire un uomo, sia esso addetto allo sportello di un ufficio pubblico, sia esso Vigile urbano, quanto nel rapporto con il nostro stesso sesso si possono creare guerre psicologiche e non solo da far impallidire Rocky Balboa.
Ieri ne ho avuto la controprova. Non mi era mai capitato di litigare con un'automobilista, donna. Di solito, come ben sapete e come ho già avuto di esporre la mia opinione, le donne al volante sono timorose, prudenti allo spasimo, se non del tutto impedite, e come spesso accade l'incontro con loro si traduce in un sorpasso, in un dito alzato o in un colpo di clacson. Ieri ferma ad uno stop con piena visuale e corsia di immissione, c'era la Punto di una pulzella, dolce proprio no...se ne stava lì da un tempo sufficientemente lungo da indurmi ad affiancarla (vi era lo spazio) e con scatto felino partire prima ancora che lei si decidesse a farlo. Ebbene, ciò deve averle dato talmente tanto fastidio che mi ha suonato, e non contenta mi ha seguito per suonarmi di nuovo al successivo semaforo. Io ovviamente, fiera della mia mossa poco ortodossa ma necessaria, l'ho ignorata. Quando ha avuto modo di affiancarmi a destra, finestrini aperti per il caldo, mi ha guardato con odio, e da lì son volate parole grosse..."Ancora? Ma cosa vuoi?" ed altre espressioni che per creanza non riporto, ma che di solito si dicono alle donne di facili costumi...
Non le ho dato nessun fastidio, né il mio comportamento poteva in alcun modo essere considerato pericoloso...ma evidentemente le è saltata la cd mosca al naso...povera piccola giovane automobilista impedita...
Se avesssimo potuto scendere penso ci saremmo tirare i capelli.

domenica 5 luglio 2009

Guardami negli occhi

Da piccola i miei si sono scatenati, e casa mia pareva la casa di Woobinda : un gatto, un pappagallo, una tartaruga da terra, un fagiano, 2 pesci rossi,diverse papere, un'oca e qualche scoiattolo sugli alberi. Ho una foto che ritrae me in carrozzina a pochi mesi con Nerone, gatto nero dal pelo raso e gli occhi gialli, che sta comodamente adagiato con me. Un'altra mamma inorridirebbe al pensiero ma posso assicurare che sono sempre stata sana come un pesce. E comunque la cd. pet therapy è ormai universalmente riconosciuta come vera e propria "medicina" per chiunque: ecco un sito che spiega alcune cose interessanti . Charlie se sono triste è triste con me, se piango mi lecca le lacrime, se rido gioisce con me, e si fida di me ciecamente...ecco allora che il sempre attuale tema dell'abbandono torna a struggere i cuori di quanti amano gli animaali. Panariello, come ha già fatto con "Non ti lascerò mai solo", si ripropone in veste di scrittore con il libro che vedete qui accanto, "Guardami negli occhi", nell'intento di sensibilizzare sul tema. Sensibilizzare poi è verbo che secondo me non ha proprio senso: sono persone insensibili, che solo una pena certa e rigorosa forse potrebbe fermare!
Ora cerco di farvi sorridere con questo brano tratto dall'esilarante film Zohan: la cui scena del palleggio col gatto, che scandalizzerà gli amici gattofili, io la trovo fantastica!

domenica 7 giugno 2009

Perdonami, G. dimentica e perdona.

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per sé stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi.
Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. Il secondo pensiero lo sfiorava soprattutto di sera, nell’intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi bugie.
In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano “numeri gemelli”: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero.
Numeri come l’11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli.
Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre.
Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.

Tratto dal romanzo “La solitudine dei numeri primi” di P. Giordano.

sabato 18 aprile 2009

Un nuovo virgulto?


Chissà se ricordate il post in cui vi raccontavo del virgulto raccolto per strada e piantato con poca convinzione : ebbene è diventato come lo vedete nella foto. Probabilmente penserete sia ben poca cosa, ma per me è un successo! La mia prima pianta da balcone..e anche l'ultima.
Non ha richiesto grandi cure, anzi diciamo pure che me ne sono quasi dimenticata in quest'inverno lungo e piovoso...solo ogni tanto, quando me ne ricordavo, le ho dato un po' d'acqua, ma non le ho mai parlato, nè le ho mai accarezzato le foglie...
Sono molto soddisfatta, ma ORA cosa devo fare? Vedo che la terra è scesa di livello, forse dovrei aggiungerne...oppure devo cambiarle il vaso perchè si espanda?
Siccome è costituita da un unico "tronco", posso provare a staccarne una parte e a piantarlo in un altro vaso, o accanto in modo che sembri più rigogliosa?
Attendo vostre idee...e nel frattempo la comtemplo beata...

martedì 31 marzo 2009

Tattooooooooo


Mi si domanda il perché dell’ultimo post…effettivamente non è in linea con il mio stile usuale, ma si cambia nella vita no? Ecco perché, dopo averlo escluso a priori per anni, ho deciso di farmi un tatuaggio. E cercando un simbolo di libertà che non fossero le ali o il delfino, ho scoperto come il colibrì possa rispecchiare ciò che sento. Come tutti gli uccelli infatti esso simboleggia la libertà, ma ha anche un altro significato: non sono importanti il passato o il futuro, è importante vivere l´adesso, succhiando il nettare della vita.
Voglio che questo tatuaggio (non vi dico dove sarà fatto per mantenere un po’ di curiosità) sia il simbolo del cambiamento avvenuto in me nell’ultimo anno, cambiamento che ha portato tanta gioia ma anche tanto dolore.
Indagare dentro se stessi, dopo aver negato la realtà per tanti anni, fa molto, molto male, ma è stato come riscopire una persona diversa da quella che conoscevo, e che mostravo agli altri. Bisogna ora abituarsi a questa nuova Dandy, imparare a convivere con il nuovo sentire, e rifiutarsi di rimettere la maschera che per anni, dall’infanzia mi ha oppresso. Sempre sorridente e casinista a tutti i costi (anche rendendosi ridicola a volte) per piacere a tutti, ma dentro un pozzo di tristezza e sofferenza. Ora sono me stessa, o per lo meno cerco di mettere in pratica ciò che ho imparato, a costi anche alti a volte, ma è necessario e giusto che sia così.

mercoledì 18 marzo 2009

Fantastico


I colibrì, definiti nei paesi dell'america latina "beijaflor", (in italiano, "bacia-fiori") per la loro eleganza nel prelevare il nettare in volo dai fiori, più simile ad un soffice bacio che al semplice cibarsi, sono piccoli uccelli dal peso che varia da 5 a 20 grammi.
Per la sua spiccata aggressività, la rapidità nel volo e nelle acrobazie, per gli stupendi colori di cui è dotato, le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti in battaglia e la rappresentazione in terra del dio Sole.
Questi animali sono suddivisi in circa 320 specie, concentrate soprattutto nelle foreste tropicali dell'America centrale e meridionale.
Hanno eccezionali capacità di volo, grazie alla più grande apertura alare, in rapporto alle dimensioni del corpo, di tutti gli uccelli: per volare sbatte le ali ad una velocità di 50 battiti al secondo.
Il movimento è così rapido da produrre un sonoro ronzio, come quello di un calabrone, in lingua inglese sono quindi chiamati “ hummingbirds” uccelli ronzanti.
Il loro battito cardiaco, la cui frequenza media è circa 10 volte quella di un essere umano, può raggiungere picchi di 1260 battiti al minuto.
Le penne hanno un colore particolarmente brillante: sono ricoperte da piccolissime lamelle cornee trasparenti che contengono microscopiche bolle d'aria, che funzionano da prismi ottici. Il raggio di luce viene così scomposto nei suoi colori originari dando una colorazione cangiante diversa a seconda dell'angolo di osservazione.
Il becco, appuntito, per lo più diritto o leggermente ricurvo, è talvolta lunghissimo e serve per succhiare il nettare dei fiori o per cibarsi di ragni e piccoli insetti che catturano in volo o all’interno delle corolle.
Nel suggere il nettare il becco rimane intriso del polline dei fiori, in questo modo spostandosi da un fiore all’altro fungono anche da veicolo naturale per l’impollinazione.
E’ da notare che questo uccellino può cimentarsi in una diversità incredibile di vocalizzazioni e, come gli umani e pochi altri animali, ha sviluppato la rara capacità di imparare suoni diversi, non solo quelli che ogni specie ha innati in sé dalla nascita.Il suo cervello, rapportato alle dimensioni del corpo, è uno dei più grandi nell’ambito del mondo animale.
I Colibrì sono tipicamente solitari, vivono in media 4-5 anni e si associano con il sesso opposto solo per pochi secondi durante l’accoppiamento.

giovedì 12 marzo 2009

La perdita


Il sentimento del dolore si sviluppa in genere associato a situazioni di mancanza e disillusione – un abbandono, una separazione, un tradimento, un lutto, un rifiuto, un cambiamento di vita interno o esterno – e ha in sé un duplice contenuto, di provazione e di rinnovamento: occorre lasciare andare qualcosa di vecchio a cui, pur nella sua complessità, si era abituati, per consentire l’ingresso al nuovo, allo sconosciuto, all’imprevedibile.
Non è facile trovare le parole per descrivere le sensazioni che l’esperienza del dolore provoca poiché in genere, anziché ascoltarlo e dargli spazio per comprenderne il significato, tentiamo di resistergli, contrastarlo, allontanarlo: siamo diffidenti verso questo sentimento violento e incontenibile e facciamo scudo per non sentirci sconvolti.
Fin dalla nascita sappiamo che il dolore è parte della vita umana, ma non riuscendo ad accettare l’evidenza, ogni volta si rinnova in noi la paura: temiamo di non trovare più nulla di buono per la nostra vita, lasciandoci sfuggire qualcosa di molto importante: il coraggio di guardare in faccia la realtà, di accoglierla per quella che è.
Poche emozioni ricordano così da vicino la morte. Ogni volta che si abbandona qualcosa o si percepisce una fine, l’ansia non è solo la perdita in se stessa, ma l’improvvisa consapevolezza dei nostri limiti umani in contrasto alle più folli idee di onnipotenza. La coscienza che tutto cambia e finisce muta il valore del tempo: il presente diventa un bene prezioso mentre le proiezioni e le apsettative per il futuro diminuiscono d’intensità.
Elaborare un lutto significa accettare la realtà della perdita e il sentimento di dolore struggente sino a quando qualcosa internamente si muove e si modfica, l’angoscia cala d’intensità e l’interesse a essere presenti nella vita si riaffaccia.
Quando ci si trova, per qualsiasi motivo, a dover dire addio a una persona amata, è importante esprimere pensieri e sentimenti rimossi, difficili, incerti, sospesi, poiché è impossibile congedarsi veramente da qualcuno se non liberandosi del peso delle cose non dette.
Quando una relazione ha avuto un particolare significato, una speciale ricchezza, avendo attinto a qualità mai sperimentate prima, la disperazione per la perdita è talmente forte da sembrare intollerabile: per chiudere con questa persona e sciogliere il contrasto fra il desiderio e il rancore è indispensabile riconoscere le peculiarità in lei o in lui tanto amate, ringraziarla per quanto ricevuto e puntare con forza a fare nostre quelle doti, ritrovandole in noi stessi come potenzialità, aspirazioni, risorse.
La capacità di sopportare il dolore e tollerare la mancanza rivelano forza di carattere e fiducia in se stessi: se un bambino potesse maturare queste qualità nell’infanzia, sperimentando il distacco dalla mamma sentendosi allo stesso tempo sostenuto e protetto, da adulto affronterebbe le situazioni di lutto e abbandono con meno difficoltà.
Quando un legame si spezza, le persone sono costrette a entrare in contatto con la solitudine, la mancanza, i fantasmi e le angosce ancestrali, ma sfuggire l’esperienza del vuoto, frastornandosi di persone e cose, non risolve, anzi aggrava, il malessere, poiché avere accanto persone con cui non vi è affinità alimenta la sensazione di solitudine, così come fare cose non corrispondenti alle proprie necessità aumenta il senso di incapacità: ogni risoluzione di fuga sembra sterile e inefficaca a dare sollievo.
Da un lato è vitale instaurare legami intimi e profondi perché hanno il potere di sconvolgere la monotonia, nutrire l’anima e dare senso all’esistenza: dall’altro è indispensabile accettare la solitudine per trovare forza nella propria individualità e favorire il flusso creativo.
tratto da “La relazione che cura” di Margherita Biavati -

Sognare...amare


E' bello sognare, ad occhi aperti e ad occhi chiusi.Già ne parlai in un vecchio post.
Qualche volta sogno persone a me care, soprattutto quando non le vedo da lungo tempo e mi mancano, e stanotte ho sognato una persona a me cara, molto cara, che è stata parte della mia vita per anni, e che ora, come purtroppo a volte accade, non lo è più.
Io quello che dico sempre è: "Mai dire per sempre". Non esiste il "per sempre" perchè tutto cambia, tutto si evolve, il mondo gira sul suo asse e noi ci adattiamo al suo muoversi.
Così l'amore a volte finisce, a volte si trasforma in qualcosa di indefinibile, e assume diverse sfumature, che non sappiamo classificare, ma è sempre e comunque fonte di gioia/dolore proprio perchè è amore.
Un dolore così sordo, così potente, che ci prende lo stomaco, e ci mangia dentro. Poi la sensibilità e la forza di ognuno di noi ci porta a sopportare questi periodi della nostra vita in modo del tutto soggettivo.
Io sto soffrendo, ma con la mia solita incapacità (e in questo caso è un vantaggio) di non prendere le cose "di petto", cerco di non pensarci, mi butto nel lavoro, nello sport, tengo la mente occupata per non pensare, e per non soffrire.
Probabilmente lui sta affrontando la cosa in modo diverso, e chissà dio come sta? L'ho sognato ed era felice. Organizzavo una festa a casa dei miei, in giardino, e lui era felice di vedermi, felice di avermi come amica. Ci eravamo ritrovati, e questo mi riempiva di una gioia immensa.

martedì 10 marzo 2009

Watch over me

Oggi mi dedico, e spero apprezzerete anche voi, un pezzo di Bernard Fanning , cantante e autore australiano. La canzone mi ricorda l'infanzia, dai 10 ai 16 anni circa, quando la mia american teacher mi insegnava la lingua facendomi ascoltare canzoni come "I just called to say I love you" di Stevie Wonder, o la mitica colonna sonora di Footloose . Il film credo di averlo visto almeno 10 volte...Kevin Bacon aveva 26 anni, e mi piaceva così tanto!
Ricordo che mi ero portata la cassettina nel mio viaggio negli States, la ascoltavo col Walk-man durante i lunghi tragitti in camper nei deserti dell'Arizona, da Los Angeles, San Diego, a Phoenix e poi Tucson, dove i suoi vivevano. Sabbia, cactus, circa 38°C, ragni enormi, camiom enormi, panini enormi, culi enormi, tutto era gigante, così come lo avevo visto in Dallas (avevo 16 anni ed era il mio telefilm preferito).
Festeggiai lì il 4 luglio del 1992, sul retro di un pick-up guardando i fuochi d'artificio, dopo aver mangiato hot-dog e patatine, con autoctoni così patriottici e simpatici che non potevi non condividerne l'entusiasmo. E ciò mi rimarrà nel cuore per sempre. Per fortuna i kili acquistati li ho poi persi col tempo ;-)

martedì 3 marzo 2009

Tennista io?

Anche questa mi doveva capitare ora. Ho il cosiddetto "gomito del tennista", o più clinicamento detto epicondilite, un’infiammazione dei tendini che interessa l’osso del gomito e i muscoli epicondilei. "Questi muscoli, estensori dell’avambraccio, consentono il sollevamento della mano e del polso e il piegamento all’indietro delle dita", questo rende l'idea di quanto sia invalidante. I motivi scatenanti? Non gioco a tennis da 25 anni, feci un paio di corsi quando in tv davano Jenny la tennista, ma la mia carriera finì lì.
Ora il motivo scatenante è sicuramente il computer, quel maledetto/benedetto oggetto che è parte integrante del mio mondo, e l'uso continuo del mouse. Il dolore è fastidioso, non riesco a sollevare pesi, a stendere o piegare il braccio, paio una vecchia!
Quindi ho deciso: nell'attesa di fare una visita ortopedica prendo un antinfiammatorio e cambio uso del mouse. Lo uso come se fossi mancina, ho spostato il mouse pad e invertito i tasti del mouse: con ciò peraltro stimolo anche il cervello, che ha sempre bisogno di nuovi input. :-) Però che fatica!

sabato 28 febbraio 2009

...

Gran tristezza oggi. Ho sentito questa canzone, e ho pensato a tante cose accadute negli ultimi anni, e un'ondata di malinconia mi ha sovrastato.
Succede. Bisogna lasciarsi travolgere e portar via. Poi si risale verso l'aria.

mercoledì 25 febbraio 2009

Eccolaaaaaa


Il Carnevale è finito, da oggi Quaresima, e dieta...sì, questo è il periodo classico in cui, credenti o meno, ci si mette a dieta approfittando del "digiuno ecclesiastico" tipico del periodo.
Io inizio ogni lunedì, ma immancabilmente giovedì cado: come posso rinunciare a quei bei aperitivi pieni di patatine/olive/pizzette/tartine? E così ogni inverno mi ritrovo con quei maledetti 2 kiletti in più così difficili da mandare via.
Allora ecco che anche il digiuno ecclesiastico torna utile. Insieme a corse serali, camminate spedite, massaggi, tisane drenanti, e così via.
Il Carnevale, come già ricordavo l'anno scorso, è il periodo dell'anno in cui festeggio il compleanno, quindi spesso, da piccola, era l'occasione per far festa in maschera.
Smessa quest'abitudine, è raro che mi travesta, ma l'iniziativa della mia palestra di fare una lezione di spinning in maschera mi ha entusiasmato, tanto più che il travestimento era molto semplice. Cinque belle dottoresse sexy!
Il camice mi è stato prestato dall'amica farmacista, e le calze autoreggenti bianche un acquisto di poco conto.
E' stato molto divertente - e molto CALDOOOOO - pedalare col camice, in più abbiamo anche fatto il trenino sulla musica di Disco Samba aeiouy: sì, la prima lezione al mondo di spinning con trenino incluso.
Ecco qui la foto della serata, mi riconoscete?

martedì 17 febbraio 2009

Bambini

Non ho mai avuto un bel rapporto coi bambini, sarà perchè non ho fratelli, cugini o altri mocciosi che girano per casa.
I miei amici sanno che non li sopporto, quando siamo in un locale e questi disturbano urlando, o correndo, o rompendo le palle in qualche modo, mi salta subito la mosca al naso. E le amiche mi prendono in giro dicendo che, quando avranno dei bimbi, li minacceranno dicendo: "Stai buono, sennò ti porto dalla zia Dany".
Il primo bebè che ho tenuto in braccio è Adele, la bimba di Paola...non è stato così difficile, ma appena quella ha iniziato fare le sue puzzette, l'ho subito restituita.
Ho la mia età, l'orologio biologico, come sapete, mi fa un baffo, e sono convinta non avrò bimbi, la mia precauzione è tale che, nel caso, userei pillola e preservativo insieme, chè non si sa mai.
Ma devo anche aggiungere che nella vita, come diceva il buon Forrest Gump, non sai mai quello che ti capita. Io...speriamo che non mi capiti. ;-)

martedì 10 febbraio 2009

Poesia


La terra girò per renderci più vicini
girò sul suo asse e su di noi, finché, finalmente
ci ricongiunse in questo sogno.
Eugenio Montejo

domenica 8 febbraio 2009

8 febbraio


Eccomi qui, 8 febbraio, data in cui nacquero il grande James Dean, nonchè John Grisham, Karolina Kostner, Gary Coleman (Arnold per capirci), Nick Nolte, ed Elisabetta Gregoraci e chissà quanti altri...
Siccome la mia wish-list dei regali di compleanno ha riscosso grande successo, questo post verrà da me dedicato ai ringraziamenti, per chi c'era e chi no.
La settimana dei festeggiamenti è iniziata venerdì 6 e terminerà giovedì 12: in questi 6 giorni spenderò quanto 4 cene di pesce in aperitivi offerti agli amici, ma ne varrà la pena.
Grazie a tutti per l'ombrello, il bagnoschiuma (immancabile!) alla rosa, la crema per le gambe pesanti, il mascara vibrante (quando lo proverò vi renderò edotti sulla sua utilità), gli orecchini con strass rosa e lilla, il Cd di Bruce Springsteen, il set di ombretti, la scatolina d'argento, e il Libro di Paolo Giordano.
Se ho dimenticato qualcuno chiedo venia.
Sapete la cosa che più mi ha fatto piacere? Sentire da tutti che non dimostro la mia età: quindi non solo ho lo spirito di una 22enne, ma anche il viso e il corpo di un'adolescente! :-)

venerdì 30 gennaio 2009

Idee regalo...


Ricordo quanto avevo 16 anni facevo i calcoli: quanti anni avrò nel 2000? Cavoli, pensavo, 26...e mi sembrava un numero incredibile...Poi giunta ai 26, guardavo quelli di 35 come a dei "vecchi", tutti sposati con prole.
Ora che ne sto per compiere 35...me ne sento 25!!! E non ci penso nemmeno a sposarmi e far figli, e tanto meno adattorniarmi di gente pallosa, e vecchia!
Sì perchè il concetto di vecchio è relativo: conosco 20enni senza spirito, e 65enni arzilli e pieni di entusiasmo per tutto.
Io sinceramente non vorrei tornare ai miei 20, sono troppo pochi per capire tante cose, e i miei 35 sono serviti a farmi crescere, sono contenta di come sono diventata, specialmente negli ultimi anni, dai 30 in poi è stata un evolversi continuo, e in meglio. La consapevolezza di una donna di 35 anni è impareggiabile, per cui fatemi gli auguri, non oggi vi prego, ma l'8 febbraio, e ricordate che mi piace quasi tutto, specialmente se firmato. ;-)
A parte gli scherzi, ecco la "classica" lista che chi mi conosce, come l'anno scorso può utilmente spulciare per trovare qualcosa di gradito.
Mi si è rotto il cardio-frequenzimetro, sarebbe gradito con poche funzioni, ma con calcolo della percentuale di frequenza.
Indiscutibilmente utile mi sarebbe una macchina fotografica digitale decente, almeno 7-8 MPixel, visto che la mia è da buttare.
Poi sarebbe utile qualche nuovo paio di orecchini, ho fatto i buchi ai lobi solo a 27anni, quindi devo ancora sbizzarrirmi, e le mie innumerevoli paia non mi bastano mai.
Altre idee seguiranno. Tazze con cani, calendari con cani, buoni per lampade e/o massaggi, smalti per unghie dai colori di moda, gloss di Chanel o altro. Biglietto per Bruce Springsteen a Udine (le prevendite inizieranno stasera!), oppure biglietti per spettacoli di balletto.
E poi lascio alla vostra fantasia, difficilmente i miei amici sbagliano.
Ah un'ultima cosa: NON REGALATEMI BAGNOSCHIUMA!!
A Natale ne ho riciclati almeno 3 confezioni, ma me ne sono tornate indietro altre 2: aiuto!! Mi è anche venuto il dubbio: che sia un segnale, forse puzzo?????
Siccome ne dubito, perchè anche se non amo l'acqua, mi lavo spesso, beh, evitate di regalarmi saponi e/o bagnoschiuma a lamponi/fragola/menta/miele e quant'altro, ok?
:-)

mercoledì 28 gennaio 2009

Birra vs gnocca: chi vincerà?


Una birra è sempre bagnata. La gnocca va incoraggiata.
Punto alla birra.

Una birra fa schifo servita calda.
Punto alla gnocca.

Una birra ghiacciata ti soddisfa.
Punto alla birra.

Se ti ritrovi un pelo nei denti bevendo birra, potresti aver voglia di vomitare.
Punto alla gnocca.

Se torni a casa puzzando di birra, tua moglie ti rimprovera.
Se torni a casa puzzando di gnocca, tua moglie potrebbe lasciarti.
* Punteggio pari (dipende dai punti di vista !)

Dieci birre in una notte e non puoi più guidare.
Dieci gnocche in una notte e non c'è più bisogno di guidare.
Punto alla gnocca.

Se ti fai una birra in un locale affollato è normale.
Se ti fai una gnocca in un locale affollato, diventi un mito.
Punto alla gnocca.

Se un poliziotto ti sente addosso puzza di birra, potrebbe arrestarti.
Se un poliziotto ti sente addosso puzza di gnocca, potrebbe offrirti una birra.
Punto alla gnocca.

La birra, più è stagionata, meglio è.
Punto alla birra.

Se ti fai una birra con un preservativo indossato, non senti la differenza di gusto.
Punto alla birra.

Tanta birra può farti vedere gli ufo. Tanta gnocca può farti vedere Dio.
Punto alla gnocca.

Se ti chiedi sempre come sarà la prossima gnocca sei normale.
Se ti chiedi sempre come sarà la prossima birra, sei alcolizzato.
Punto alla gnocca.

Strappare l'etichetta da una bottiglia di birra è divertente.
Strappare le mutandine a una gnocca è MOLTO più divertente.
Punto alla gnocca.

Lo stato tassa la birra.
Punto alla gnocca.

Se ti fai un'altra birra, la prima non s ' incazza.
Punto alla birra.

Sei sempre sicuro di essere il primo ad 'aprire' una birra.
Punto alla birra.

Se fai agitare una birra, dopo un po' si calma da sola.
Punto alla birra

Bionda , rossa, bruna o nera, in qualsiasi momento puoi scegliere la birra che vuoi.
Punto alla birra.

Di una birra si sa esattamente al centesimo quanto verrà a costare.
Punto alla birra.

La birra non ha una madre.
Punto alla birra.
PUNTEGGIO FINALE : BIRRA BATTE GNOCCA...
Se sei una donna ed in questo momento ti stai incazzando sappi che una birra non avrebbe rotto le palle se avesse perso questo scontro: un altro punto alla birra!

domenica 25 gennaio 2009

Lavativi unitevi!



Io sono, lo ammetto, la classica lavativa. Insomma quella a cui i professori dicevano “Può fare di più, non si impegna”. Ebbene, mentre alcuni di noi questo se lo sentono dire solo sui banchi di scuola, a me viene ripetuto continuamente.
Mi è stato detto all’esame di guida pratica: dopo aver speso fior di denaro in lezioni con un istruttore che urlava improperi, e mi diceva che quando toccavo il cambio dovevo pensare di avere in mano il membro maschile (e non usava questi termini!), il giorno stesso dell’esame mi disse che non l’avrei passato mai, e che sarebbe stato meglio rinunciare. Ero proprio depressa, e volevo mollare, ma mi sono presentata lo stesso, e l’ho passato. Lui mi ha sorriso e fatto i complimenti, e poi solo la pratica mi ha permesso di essere piuttosto brava al volante, ma questo è un altro post. :-)
Poi all’Università quante volte mi è stato detto che avrei potuto far meglio! Ricordo un docente che dava sempre e a tutti il 30. Se proprio non avevi studiato nemmeno un po’ ti rimandava con 2 o 3 domande pronte che ti avrebbe fatto la volta successiva, e se non potevi registrare l’esame sul librettonsegnava il voto su un foglietto, per poi registrarlo in seguito.
Ebbene, io sono stata capace di prendere 28! Poi, in sede di registrazione, mi guardò e disse: “Signorina, le do 30, ma studi mi raccomando” come se fosse possibile che uno studi ancora la materia dopo aver dato l’esame!
Infine i giorni nostri, o quasi: nell'ultimo anno non ho avuto un capo vero e proprio, ma pur sempre qualcuno sopra di me, che mi diceva cosa devo fare, che cercava di insegnarmi più cose possibile, e che mi correggeva se sbaglio. Ma non mi pagava. Non vi spiego perché, è una storia lunga. :-)
Anche lui mi faceva i c.d. cazziatoni. Sono le ramanzine, le paternali, chiamatele come volete. Sono quei rimproveri, più o meno urlati (e nel mio caso urlati), con cui chi tiene al nostro futuro cerca in genere di farci capire che abbiamo le capacità, ma che non le sfruttiamo. Che potremmo riuscire bene, ma non ci impegniamo. A volte li prendevo veramente male, mi sentivo umiliata, svilita, e pensavo di non valere niente, come diceva lui.
Poi col tempo ho capito che se urlava tanto, e mi sviliva umiliandomi, il frustrato infelice ed insiscuro era proprio lui, non io.
Però leggendo tra le righe, sentivo della benevolenza nelle sue parole, in qualche modo voeleva tirare fuori il meglio di me: non è mio padre, né il mio compagno di vita, è solo una persona di “passaggio” che vuole aiutarmi laddove vede che mi sto buttando via.
Così Giacomo, che in questi anni mi ha sempre sprontato come nessuno ha fatto mai, con affetto, con passione, soffrendo con me, e mai abbattendosi. Da lui ho imparato a volermi più bene, ad essere ottimista (e ancora faccio molta fatica!), e ad andare sempre avanti a testa alta sapendo di aver fatto del mio meglio.
Perché quando (nei rari casi in cui) ci metto passione e impegno, mi rendo conto di poter fare le cose più che bene, e con soddisfazione.
Così ho anche capito che il cambiamento, sebbene aiutato da mille impulsi esterni, può partire solo ed esclusivamente da me.

mercoledì 21 gennaio 2009

Borbottare sul bus...

Diciamo che oggi è una giornata piovosa e grigia, e già questo incide sull’umore. Diciamo anche che mi sono svegliata moooolto tardi, spostando la sveglia del mio Nokia di ben 2 volte (il che significa che mi sono alzata 20 minuti dopo l’orario della sveglia).
Diciamo che ho dovuto mettere a bollire l’acqua mentre mi lavavo, lasciare in infusione la bustina del tè mentre mi vestivo, decidere in pochi minuti quali collant abbinare alla gonna, e lasciare la fase trucco al mio arrivo in ufficio.
Premesso tutto questo, in autobus è salita una ragazza con un bambino talmente rompiballe che mi sono messa a borbottare tra me e me da sola, come i vecchi! Come sono ridotta?
Appena saliti attraverso la porta anteriore, il piccolo demone ha percorso tutto il bus per arrivare in fondo, e non contento ha ripetuto questo "gioco" ben 3 volte! E la mamma dietro di lui ovviamente, in mezzo alla gente, scocciata dal loro passaggio.
Mentre lo screanzato andava avanti e indietro per puro divertimento, peraltro alzando la voce sempre di più, e gridando allegramente PIPPO PIPPO DOVE SEI?, la mamma lo seguiva un po’ spazientita, ma tutto ciò che riusciva a dire era “Ma dai Lorenzo, non vedi che dai fastidio alla gente” oppure “su dai, non possiamo disturbare così le persone”. Ma che bel quadretto! Un bambino di 5 anni prepotente e maleducato, ed una donna succube e priva di polso! Mi sono sentita una vecchia acida, ma penso di aver ragione da vendere: non è possibile crescere un bambino in questo modo, cosa diventerà da grande? Ma mi fa rabbia soprattutto la mamma, una donna annientata dal potere di un moccioso.
Sarà che io sono stata fin troppo castrata nei miei istinti di bambina, al ristorante ricordo non potevo muovermi assolutamente, e se ciò avveniva guai a dar fastidio agli altri tavoli. Ora spesso capita di essere attorniati da bambini urlanti senza freni mentre mangi tranquillo i tuoi spaghetti.
Dunque polso fermo e disciplina, semmai avrò un figlio sarò una mamma dolce, ma determinata e ferma. Chi lo sa…

lunedì 19 gennaio 2009

Origliare sul bus...


Prendendo i mezzi pubblici più o meno sempre alla stessa ora, capita di incontrare le stesse persone, e che le facce diventino note: ed infatti ultimamente mi capita spesso di prendere l'autobus con una ragazza carina, non appariscente, ma piuttosto piacente, sulla trentina, non di più.
Ogni mattina, dico ogni mattina, quando sale sul bus è al telefono, e parla con qualcuno di sesso maschile: come lo so? Beh, lei ridacchia, flirta e ha la testa tra le nuvole.
Io ovviamente origlio cosa dice, e rifletto tra me e me...
Innanzitutto non stanno ancora insieme, o forse lo sono da poco tempo: lei infatti ride di qualsiasi cagata dica lui, e lui penso faccia lo stesso con le cagate che dice lei.
Parlano "del nulla", discorsi senza capo né coda, battutine, accenni alla vita privata (della serie "cos'hai mangiato a colazione?" o "che colore di calzini ti sei messo oggi?") evidenziando così come siano ancora nella fase ludica di una storia, quella in cui qualsiasi cosa dell'altro ti piace e ti incuriosisce...ah beata incoscienza!

venerdì 16 gennaio 2009

Carrambata!


E' successa una cosa buffa l'altro giorno alla lezione di spinning: mentre preparavamo le bici per la pedalata, sistemando sellini e borracce, io ed alcune mie compagne di corso, tutte in prima fila, siamo state coinvolte in una scenetta un po' ridicola. Il che è anche abbastanza usuale, è una classe, quella del martedì, alquanto casinista e divertente...
Stefania ha ricordato a tutti che il 10 febbraio è il suo compleanno, al che subito non ho potuto esimermi dal rimarcare come il mio sia l'8 dello stesso mese, e poi anche Alessandra ha esclamato: Anch'io sono acquario! e poi anche Claudia ha urlato la stessa frase. CARRAMBATA!!
Urletti di gioia e alzata di braccia, tipo ola, hanno generato risate collettive nella classe. Pareva di stare a scuola...
Comunque quel che mi ha colpito è come tutte avessimo quel quid particolare, quel voler essere sopra le righe, quella simpatia innata (avete mai conosciuto una donna acquario antipatica??) che è tipica del nostro segno.
Peraltro colgo l'occasione - lasciate che crogioli la mia gioia in questa notizia - per ricordare che il 2009 sarà un anno favoloso per i nati dal 21 gennaio al 18 febbraio : chi ha lavorato bene negli anni passati (che sono stati MOOOOOLTO duri) e chi saprà cogliere le occasioni fortunare future, potrà godere di successi in ogni campo. Solo un campo risulterà ostico: la linea! Cito: "Giove nel segno assicura che vi sentirete bene e che sarete di ottimo umore, ma vi renderà anche molto indulgenti nei confronti di voi stessi e dei vostri vizi. Il cibo sarà una tentazione continua ed è possibile che il risultato sarà un aumento di peso." Non poteva andare tutto bene eh? :-)